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Roma. Tar smentisce Alemanno su divieto di manifestazione nel centro storico

“Nuova batosta per Alemanno dopo il no ai Giochi 2020: il Tar del Lazio ha annullato le ordinanze con le quali il sindaco di Roma ha vietato lo svolgimento di cortei nel centro storico della capitale, compresa quella che ne limitava lo svolgimento al sabato. Accolti i ricorsi proposti da Cgil Roma-Lazio e da esponenti della Fds e Rifondazione Comunista.
L’annullamento inoltre riguarda anche la successiva ordinanza di Alemanno del 18 novembre nella quale si disponeva che, per esigenze di traffico e viabilità, nel centro storico di Roma «fossero da considerare compatibili: manifestazioni statiche da tenersi in alcune aree specifiche (piazza Bocca della Verità, piazza Ss Apostoli, piazza della Repubblica, Circo Massimo, piazza Farnese, piazza S. Giovanni, piazza del Popolo, Sedi istituzionali), e grandi manifestazioni con formazione di corteo, limitandole alla giornata del sabato e lungo uno di cinque itinerari predeterminati».
Questo è quanto riportava Il Corriere della sera online a caldo nella tarda serata del 14 febbraio 2012, dopo la mazzata “contro” Alemanno nello stesso pomeriggio del niet di Monti alla candidatura per le Olimpiadi di Roma!
L’annullamento delle ordinanze anticortei di Alemanno sembrava essere un atto dovuto di rispetto della Costituzione repubblicana: comunque chapeau ai giudici del TAR rispetto al silenzio e ai timidi vagiti di dissonanza di chi in Parlamento avrebbe dovuto rappresentare l’opposizione al Governo Berlusconi; né con il Governo Monti abbiamo saputo di un PD che presentava ordini del giorno parlamentari su questo argomento. Il Signore li scampi e liberi dal mettere in discussione gli inciuci e gli equilibri raggiunti col PDL!
Chi ha difeso la democrazia negli anni ’80 non può non ricordare le censure della Corte Costituzionale agli atti amministrativi con cui il Ministro Cossiga (diventato poi Presidente della Repubblica con il voto parlamentare entusiasta del PCI) tentò ripetutamente di inibire la libertà di manifestare. Ma almeno Cossiga, chiamato allora lo Sceriffo, argomentava di motivi di ordine pubblico per inibire il diritto a manifestare.
Il podestà Alemanno sostanzia invece il suo odio alle manifestazioni con ordinanze motivate dai suoi poteri per il traffico urbano (d’altronde anche Jonny Stecchino diceva che a Palermo il problema era il “thraffeco”!)… Lo stesso podestà d’altronde nelle ordinanze per la neve a Roma di pochi giorni fa è arrivato a quello che neanche nel ventennio avvenne mai: cioè ad intervenire sulla didattica sospendendone l’attività per un giorno a Roma. Sarebbe come dire che il Ministro dell’Agricoltura sospenda l’attività per un giorno dell’ambasciata italiana a Parigi ovvero blocchi l’apertura della prefettura di Pordenone. Siamo cioè completamente fuori dalla legalità costituzionali e dall’ordine giuridico!
Sulla base di quelle ordinanze anticorteo di Alemanno, anticostituzionali, “solerti” funzionari di Polizia a Roma si sono esercitati in manifestazioni da muscolari, per usare un termine caro a Gianni Brera, in alcune occasioni di ordine pubblico.
Ricordiamo quanto avvenne presso il Liceo romano Tasso il 3 novembre 2011. Il capo del Commissariato Castro Pretorio, e vice questore aggiunto di Roma, adiacente al Liceo Massimo Improta si recava personalmente la mattina alle 8.00 davanti al portone in una strana attività di “informazione” Improta contava sulla complicità del vicepreside del Tasso Benedetti… A due studenti venivano chieste anomale domande se mai intendessero recarsi ad una manifestazione, tanto, tanto illegale, proibita dalle ordinanze di Alemanno, e cosa facessero davanti al marciapiede della scuola. Il vice preside poi bofonchiava di presunti reati ostativi alla circolazione e all’entrata della scuola, solo per esser presenti nei pressi della scuola stessa. Uno dei due ragazzi, identificato, poi veniva videato solo lui, senza nessun altro intorno, on the road dalla Polizia come una scimmia della savana da documentario della BBC per minuti e minuti, forse nella speranza di identificare comportamenti aborigeni sovversivi. D’altronde il solerte dirigente di PS Massimo Improta è persona dal perfetto e pretto profilo democratico. Chi non ricorda che nel 1996, giovanissimo e nel SISDE, è coinvolto in un tentativo di immoral suasion nei confronti di Tonino di Pietro per conto di Berlusconi con la vicenda d’Adamo?

Fonte: Oservatorio Repressione

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