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Roma. Centinaia di tunisini nella capitale per una falsa notizia

Da ieri l’incrocio tra viale Manzoni e via Santa Croce aveva visto affollarsi centinaia di immigrati tunisini. La polizia aveva ben presto blindato la zona. Un immigrato si era cosparso di benzina e minacciava di darsi fuoco. In molti si chiedevano, senza avere risposte, cosa stesse succedendo. Ma gli immigrati tunisini continuavano ad arrivare, anche da altre città e addirittura da altri paesi europei. L’arcano è stato svelato oggi quando si è saputo che una “associazione di volontariato onlus” esistente a Roma dai primissimi anni Novanta, la Focsi (Federazione delle comunità straniere in Italia) aveva fatto circolare la voce che iscrivendosi all’associazione (venti euro) si sarebbe ottenuto un certificato di protezione temporanea per i cittadini del Nord Africa. In particolare si sosteneva che il documento sarebbe stato reso valido da un accordo bilaterale tra Italia e Tunisia. Il tam tam ha portato così a Roma centinaia di immigrati tunisini, alcuni dei quali clandestini e altri con decreto di espulsione che sono finiti in una doppia trappola. Da un lato hanno dovuto sborsare venti euro per avere la tessera della Focsi (ne abbiamo visionato una con un numero superiore al 7400, a conferma che tanti immigrati hanno abboccato) dall’altra alcuni immigrati con decreto di espulsione o precedenti penali (una quarantina) sono stati portati al Cie e poi rimpatriati in Tunisia. Altri non si sono fidati a salire sui pullman della polizia che li avrebbero portati all’ufficio immigrazione di Tor Sapienza da dove avrebbero ottenuto un invito a presentarsi nelle Questure delle città di provenienza ma – secondo quanto dichiarato dai funzionari di polizia in piazza – non sarebbero stati portati al Cie. La Focsi dal canto suo, ha scritto oggi sul suo sito che: “A seguito di espressa richiesta dei competenti organi di Polizia, si segnala che al momento non esiste nessuna possibilità che vengano rilasciati permessi di soggiorno e/o equipollenti documenti in favore di stranieri irregolari, e che non esiste alcuna normativa che contempli tale possibilità. Pertanto è da ritenersi totalmente infondata e priva di qualsiasi riscontro la notizia secondo cui sarebbe possibile l’ottenimento dei predetti documenti di regolarizzazione”. Insomma una falsa notizia che ha messo in marcia centinaia di immigrati alimentando una speranza non fondata, ma che nel frattempo ha portato nelle casse della Focsi parecchi euro e centinaia di iscritti da far pesare sui tavoli istituzionali. Una brutta storia.

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