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Usb: “Governo dei professori affossa l’Isfol, stato di agitazione”

Dopo mesi di battaglie volte a contrastare il processo di progressiva e sistematica marginalizzazione dell’ISFOL, Ente di Ricerca che si occupa del mondo del lavoro, della formazione e delle politiche sociali,  da questa mattina le lavoratrici e i lavoratori dell’Istituto sono in stato di agitazione per dire no alla sconcertante ipotesi di accorpamento di questo ente pubblico ad Italia Lavoro, Società per Azioni.

“Le intenzioni di smantellare l’ISFOL si affacciano per la terza volta nel giro di soli 3 anni, diventando un’attualità pressante, e purtroppo ricorrente, nella vita delle lavoratrici e dei lavoratori dell’ente”, dichiara Enrico Mari, segretario USB dell’ISFOL.

“Questa volta il tentativo di soppressione sarebbe contenuto nella riforma del mercato del lavoro – prosegue Mari – una riforma inaccettabile nella sua totalità, in cui, per giunta, verrebbe soppressa un’istituzione scientifica che proprio di lavoro si occupa. E’ il segnale evidente che per questo esecutivo il lavoro non è più un fenomeno sociale da indagare, ma una merce al servizio delle imprese”.

“Tutto ciò – denuncia il sindacalista – per  il personale comporta il rischio di una ricollocazione in una società privata e una diaspora presso altre amministrazioni pubbliche. Ancora più grave la situazione dei precari, che rischiano una vera e propria epurazione”.

“A quanto pare –  osserva il rappresentante USB – anche il Governo dei Professori sbarra la strada allo sviluppo di competenze tecniche e scientifiche maturate nell’ambito della ricerca pubblica, interessato probabilmente ad agevolare le proprie università accelerando ulteriormente lo svilimento e la precarietà della ricerca pubblica”, conclude Enrico Mari.

USB, che da anni combatte per la salvaguardia della funzione dell’ISFOL, è al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori nel chiedere, con ulteriore forza e fermezza, la valorizzazione del ruolo pubblico della ricerca, la ricentralizzazione dell’Ente nelle tematiche di propria pertinenza e la salvaguardia della dignità e della continuità del lavoro di questo Istituto.

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