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Italia. I 10 più ricchi come i 3 milioni più poveri

In Italia i 10 individui più ricchi posseggono una quantità di ricchezza più o meno equivalente ai 3 milioni di italiani più poveri. È quanto emerge da uno studio pubblicato negli Occasional papers di Bankitalia che rileva anche che la ricchezza è sempre più legata ai patrimoni e che i giovani sono più poveri degli adulti.

Negli ultimi anni inoltre, si è invertita la distribuzione della ricchezza tra le classi di età: oggi al contrario che in passato, gli anziani sono più ricchi dei giovani che non riescono ad accumulare. Lo studio di Giovanni d’Alessio conclude comunque che il livello di diseguaglianza è comparabile a quello di altri Paesi europei. Non è dunque un'”anomalia italiana” ma una tendenza di sistema.

Una parola va detta sull’ennesima idiozia che ci consegnano i media descrivendo questa sitruazione. Parlamo infatti di “conflitto generazionale” perché la ricchezza è in genere data dal patrimonio, anziché dal reddito nuovo generato. Perciò, dicono, “i giovani sono più poveri”. La qual cosa è naturalmente vera, ma perché?

Se “il patrimonio” (ricchezza accumulata dalle generazioni precedenti, e quindi in gran parte ereditata, esempio tipico: la casa) costituisce la gran parte della ricchezza posseduta, il problema è dato dai bassi salari attuali, che non permettono ulteriore accumulazione (“risparmio”). E questi salari – ancorché residuamente difesi dai contratti nazionali e dall’art. 18  – presentano una differenza minima tra “vecchi e giovani”. Vi sembra che non sia tanto bassa? Beh, guardate la differenza tra le retribuzioni dei lavoratori dipendenti e quelle dei veri ricchi (o anche le false dichiarazioni dei redditi degli imprenditori) e poi ci dite se si deve parlare di “conflitto generazionale” oppure di conflitto di classe.

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