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Ricercatori protestano a Montecitorio. “Si parla di ricerca solo in campagna elettorale”

Un centinaio di lavoratori ha portato ieri in piazza Monte Citorio la protesta dei ricercatori di ISFOL, CRA, INEA ed INRAN, gli Enti Pubblici di Ricerca a rischio di chiusura, con centinaia di precari vicini al licenziamento. L’ iniziativa ha ottenuto interesse e solidarietà soltanto da parte dell’Italia dei Valori. “Differentemente dai periodi elettorali, quando parlare di Ricerca ‘fa audience’, oggi i parlamentari  se ne disinteressano, schermati dai tecnici al governo”, commenta Claudio Argentini, del Coordinamento nazionale USB P.I.  “Ora che i Ministri Fornero e Catania distruggono la ricerca pubblica, per motivi legati solo al risparmio e alla devoluzione delle funzioni ad agenzie controllate dai potentati politici e sindacali, i parlamentari non ne parlano, non agiscono, li lasciano chiudere”. “Ricordiamo – sottolinea il dirigente sindacale –  che solo all’ISFOL 250 lavoratori e le loro famiglie saranno gettati per la strada. Altri 800 precari rischiano negli enti vigilati dal ministro dell’Agricoltura Catania. Da settimane attendiamo inoltre che il PD apra un confronto promesso ma, specie sulla questione ISFOL, l’atteggiamento resta ambiguo”. Conclude Argentini: “USB non lascerà che nel silenzio generale, anche dei sindacati collaborazionisti CGIL CISL e UIL, si distruggano competenze e posti di lavoro. Per questo la Ricerca è pronta a sin da ora scendere in sciopero e dà la sua adesione convinta all’assemblea del 26 marzo di Roma, in cui ci auguriamo che si alzi il livello di lotta per mandare a casa Monti”.

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