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La Croce Rossa come l’Alitalia. Privatizzazione, destrutturazione, licenziamenti

Domani i lavoratori della CRI si riuniranno in assemblea per discutere come rispondere al piano di smantellamento della struttura avviato dal governo. In assenza di un quadro definitivo sul riordino della Croce Rossa Italiana, e senza entrare nel merito del decreto di riorganizzazione in materia, il ministero della Salute vuole già discutere come mettere in liquidazione i lavoratori e le lavoratrici CRI. E’ questo il sunto della recente discussione al tavolo del ministero, dove il Dott. Pandolfelli, in rappresentanza del ministro Balduzzi, ha trattato come una pratica burocratica il destino di migliaia di lavoratori della CRI, parlando di possibile mobilità coatta verso l’istituenda associazione; di ipotetica possibilità di passaggio per un numero limitatissimo di lavoratori alle Regioni; di determinazione dell’organico da parte del futuro presidente dell’associazione. Nessuna garanzia occupazionale per i lavoratori a tempo indeterminato e ancor meno per quelli precari, abbandonati alle sorti del tavolo sul precariato aperto in funzione pubblica sugli oltre 200.000 lavoratori precari di tutta la pubblica amministrazione.

Ma se il futuro dei lavoratori e delle lavoratrici è sicuramente incerto, certissimo è invece il quadro che si sta delineando: una chiara operazione di privatizzazione di un pezzo importante del welfare del nostro Paese. Si intende infatti creare un ente pubblico (Ente CRI) esclusivamente finalizzato al pagamento dei numerosi debiti contratti ed un’associazione privata (Associazione CRI) con finalità pubbliche in mano ai volontari, alla quale vengono trasferite tutte le risorse, comprese quelle relative all’enorme patrimonio immobiliare, innescando un forte processo di speculazione. Insomma, Come insegna l’esperienza Alitalia, una ennesima socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti. La USB Pubblico Impiego intende contrastare con ogni mezzo possibile questo disegno che si inserisce nel quadro già apocalittico in cui versa la sanità pubblica, a tutela dei lavoratori precari e non, dei servizi forniti dalla CRI in tutta Italia, ma anche del patrimonio immobiliare, pubblico, che non può finire nelle mani di speculatori e palazzinari. Per decidere le iniziative di lotta USB convoca l’assemblea nazionale dei lavoratori CRI che si terrà domani a Roma, in via Ramazzini 31, presso la Sala Solferino, dalle ore 13.30 alle 16.00

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