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Precari Ata: parte la mobilitazione in diverse città

Il 30 mattina, mentre si svolgevano le immissioni in ruolo dei docenti delle superiori, circa 50 ATA precari si sono presentati al presidio indetto in sole 24 ore dall’USB Scuola per protestare contro le mancate immissioni in ruolo del personale ATA (bloccate dalla deportazione dei docenti inidonei e degli ITP sui profili tecnici ed amministrativi a causa della spending review) e per i ritardi nelle nomine annuali dei precari.
Era presente anche una delegazione di docenti precari, consci che se possono calpestare la legge e rimangiarsi le assunzioni degli ATA, il prossimo anno potrebbe toccare a loro.
I precari ATA hanno ricevuto la solidarietà anche dai colleghi in attesa di prendere l’atteso posto di ruolo.
C’era molta rabbia, ma anche determinazione e l’idea chiara che questo è solo il primo passo. Nei prossimi giorni ci saranno assemblee in diverse città dell’Emilia Romagna ed è stato chiesto un incontro urgente all’USR. Nel frattempo i precari torneranno nelle scuole da cui sono stati licenziati a giugno per chiamare alla lotta anche i colleghi di ruolo che, senza le nomine in ruolo e annuali, dovranno affrontare da soli l’enorme mole di lavoro dell’avvio dell’anno scolastico.
Il primo giorno di Scuola saremo presenti con iniziative nelle nostre scuole per informare ed organizzare la protesta, non rimarremo a casa ad aspettare qualche santo protettore!
Ci è poi giunta la notizia (vedi http://www.voceata.it/ ) che il 29 pomeriggio, a Torino, di fronte ai pochi posti sopravvissuti all’applicazione della spending review, gli amministrativi e i tecnici si sono ribellati e l’USP è stato costretto a bloccare le operazioni e a rinviare le poche nomine previste.
La soluzione della vertenza può essere solo la conferma delle nomine in ruolo (occorre una proroga alla scadenza di Legge del 31 agosto) su tutti i posti disponibili, restituendo dignità umana e professionale ai colleghi inidonei e ITP.
E’ però chiaro che anche questa vertenza è un capitolo del profondo attacco a tutto il mondo del lavoro e, nello specifico, alla Scuola.
Per vedere qualche risultato occorrerà mettere insieme le ragioni e la rabbia di ogni componente della categoria, docenti e ATA, precari e tempi indeterminati.

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