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Roma. Sciopero della fame dei rifugiati kurdi solidali con i detenuti

L’azione è stata decisa per sostenere la protesta dei detenuti politici in atto da più di 40 giorni all´interno delle carceri turche.

Qui centinaia di detenuti, per la maggior parte kurdi, hanno dato inizio il 12 settembre 2012 ad uno sciopero della fame a tempo indeterminato per chiedere l´eliminazione degli ostacoli riguardanti l´istruzione scolastica e la possibilità di difesa durante i processi nella propria lingua madre, il rispetto dei diritti democratici della popolazione kurda e la libertà del loro leader, Abdullah Öcalan, come percorso verso una soluzione pacifica della questione kurda in Turchia.

Gli aderenti alla protesta stanno rapidamente aumentando, prendendo così parte all’azione numericamente più grande della storia di questo paese.Le loro condizioni di salute si stanno rapidamente deteriorando ed attualmente sfiorano il punto di non-ritorno, nell’assordante silenzio dei mass-media e dell’opinione pubblica internazionale.
La chiusura al negoziato decisa dal governo AKP di Erdoğan ha causato una profonda crisi. Le migliaia di arresti di rappresentanti kurdi, inclusi parlamentari, sindaci, membri dei consigli cittadini, giornalisti, sindacalisti, studenti e molti altri attivisti della società civile si sono tramutate in un vero e proprio massacro politico. A nulla sono valsi finora gli appelli per i negoziati finalizzati alla soluzione della questione kurda, che deve imprescindibilmente includere Abdullah Öcalan, detenuto da tredici anni sull’isola-prigione di Imralı e da quindici mesi in completo isolamento.

I rifugiati kurdi a Roma intendono, tramite questa azione di sostegno simbolica, sensibilizzare l’opinione pubblica ed invitarla ad esprimere il proprio sostegno alle richieste degli scioperanti. E´ compito di qualsiasi essere umano non rimanere in silenzio riguardo allo sciopero della fame in corso!
Il 23 e 24 ottobre, in Largo S. Giovanni de Matha (Roma, zona Trastevere) dalle ore 9.00 alle 13.00 si terranno degli incontri informativi e una raccolta firme a sostegno dei prigionieri politici kurdi rinchiusi nelle carceri turche.

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