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Fiumicino. I lavoratori del Duty Free in corteo

I lavoratori del Duty Free di Fiumicino, in presidio e sciopero ad oltranza dallo scorso 4 gennaio col sostegno dell’USB, questo pomeriggio si sono mossi in corteo spontaneo lungo le strade che conducono all’aerostazione romana.
La protesta nasce dal fatto che a 11 giorni dal licenziamento i lavoratori non hanno ancora alcuna garanzia rispetto al loro futuro.
L’USB chiede a tutte le parti coinvolte di adoperarsi per trovare una soluzione in tempi rapidissimi e chiede al Prefetto di Roma di riconvocare al più presto un nuovo tavolo di trattativa concreta, che stabilisca tempi e quantità certi rispetto alle assunzioni da effettuare.

 Il comunicato diffuso nella mattinata:
DUTY FREE FIUMICINO: BENETTON IN NOME DEL PROFITTO LAVORATORI AL MACERO
E’ scandaloso quanto sta avvenendo all’aeroporto di Fiumicino, la più florida realtà produttiva del Lazio, in cui i 44 dipendenti della World Duty Free Group, società che gestisce 7 punti vendita, saranno tutti licenziati entro la fine di gennaio per cessata attività, senza che sia applicato il principio di garanzia occupazionale.
La società Aeroporti di Roma (AdR), che a seguito della privatizzazione e’ ora controllata dalla famiglia Benetton attraverso Gemina, ha intrapreso una politica commerciale fatta di frammentazione delle attività, messe poi in vendita al miglior offerente in un vortice di gare d’appalto, in ottemperanza, si dice, alle norme europee, che non hanno impedito nel transito delle attività commerciali di Aeroporti di Roma, alla società Aelia-Lagardere aggiudicatrice della gara, di prevedere il passaggio di tutti i dipendenti insieme alle attività, cosa che non si vuole applicare per le altre attività in gara.
Benetton, azionista di maggioranza che attraverso Gemina controlla Aeroporti di Roma, detiene al 100% attraverso Autogril la società Aldeasa nonostante ciò il gestore Aeroporti di Roma (Benetton)si guarda bene dall’intervenire attivamente in una soluzione semplice e lineare raggiungibile attraverso un impegno chiaro in grado di valere per tutte le analoghe situazioni: ovvero garantire che in caso di appalto, i lavoratori devono mantenere il lavoro.
USB Lavoro Privato ritiene inconcepibile che in continuità di lavoro si mettano in mezzo ad una strada i lavoratori. A meno che i 3.000 posti di lavoro promessi da Adr al governo per il 2013, non consistano nella semplice sostituzione di lavoratori specializzati e più costosi con manovalanza sottocosto. Un bel biglietto da visita per gli stranieri che vengono in Italia.

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