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Lo sciopero del pubblico impiego in Emilia Romagna

E’ stata una tranquilla giornata di sciopero e protesta quella andata in scena sotto la sede del consiglio regionale emiliano.

Alla protesta delle popolazioni emiliane colpite dal terremoto, che ancora non hanno visto un soldo di quelli promessi dal governatore, si è unito il presidio indetto dall’ USB Pubblico Impiego per informare passanti e lavoratori sulle cause dello sciopero di due ore fatto dai dipendenti regionali contro il “papabile” neo-ministro Errani e la Giunta Regionale. I quali vorrebbero tagliare i salari dei dipendenti regionali non dirigenti (sempre a favore dei lavoratori, loro…).

Nel comunicato del sindacato leggiamo le motivazioni; “Dopo tre mesi di inutili incontri ‘politici’ e ‘tecnici’ fra l’amministrazione regionale e le organizzazioni sindacali, nei quali la Giunta ha reso noto che alla voce di bilancio relativa al personale mancherebbero 6 milioni e 800 mila euro, pari al 90% del salario accessorio dei dipendenti non dirigenti, non un solo centesimo è stato recuperato per farvi fronte.

Abbiamo purtroppo dovuto registrare l’indisponibilità dell’amministrazione regionale a trovare risorse risparmiandole sui costi della politica, sui costi di incarichi e consulenze, sui trasferimenti alle società partecipate e sui costi della dirigenza.

Il tentativo della Giunta di tenere riservati alle sole organizzazioni sindacali, questi dati, nel tentativo di fare passare le elezioni politiche, non e’ per noi in alcun modo accettabile e per questo, a differenza delle organizzazioni concertative, abbiamo deciso di dargli visibilita’ con un primo sciopero di due ore”.

Farsesco appariva l’imponente schieramento di forze dell’ordine a guardia delle torri d’avorio dove erano rinchiusi i “rappresentanti del popolo”, fatto che non ha impedito la formazione di un corteo di quasi un centinaio di persone di irrompere nella sede amministrativa per chieder un’incontro con l’Assessore all’organizzazione e alle pari opportunita,Daniela Bortolazzi (in quota Pdci), che in un primo momento si è negata poi grazie all’irruzione nei suoi uffici da parte dei lavoratori ,dopo un’ora di assedio,si è “concessa” alle richieste di ascolto e impegnandosi a cercare la non esecuzione dei tagli e nel caso a trovare le risorse fuori dai tagli a gli stipendi di chi lavora per i servizi dei cittadini.

Per i Sindacalisti è solo un primo passo e oltre a “vigilare” le promesse dell’assessore continueranno nella lotta per la difesa del proprio salario.

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