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Lo sciacallaggio intorno a Giorgio Frau

Era prevedibile, visto l'”allarme” sollevato dalla relazione semestrale dei servizi segreti, che indicava i “nuovi pericoli” nel conflitto sociale ordinario, nei movimenti di lotta, nelle tensioni inevitabili che la crisi economica crea.
In una situazione del genre, un potere altamente in crisi e con problemi serissimi di strutturazione – parlamento “ingovernabile”, presidenza della Repubblica a fine mandato, capo della polizia fuori gioco per un ictus, ecc – cosa c’è di meglio del solito vecchio gioco dell'”attenti, può tornare il ‘terrorismo’”?
La coincidenza è stata casuale, ma viene sfruttata fino in fondo. Giorgio Frau muore tentando una rapina a fini strettamente individuali, I suoi occasionali “soci” nell’impresa sono quanto di più diverso ci possa essere da un “militante combattente” (un ex esponente della curva della Roma, di destra, più volte arrestato per rapina e un altro rapinatore di professione). Persino il generale dei carabinieri intervistato dalle tv dice chiaramente che era tutto e solo per i soldi, per sorpavvivere.
E invece – non sappiamo se qualche imbecille senza cervello oppure un “figlio di…” con molti cervelli dietro – ha deciso di alzare il poverone scrivendo su un muro di S. Lorenzo, a Roma, una frase come “onore a Giorgio Frau, combattente comunista”.
Giorgio lo era stato. E per questo avrebbe tranquillamente agito contro chi si permette ora di sciacallare sulla sua persona.

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