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Fitch taglia il rating e ci considera di serie “BBB+”

«I risultati inconcludenti delle elezioni rendono improbabile che l’Italia possa avere un Governo stabile nelle prossime settimane. L’incertezza politica e il possibile conseguente freno alle riforme strutturali costituiscono un ulteriore shock per la già provata economia reale».
L’agenzia di rating Fitch ha quindi tratto le conseguenze,  tagliando il rating al  debito pubblico italianao, che passa così dalla precedente “A-” alla “BBB+”. E’ la prima volta che si perde anche l’ultimo legame con la valutazione della classe “A”, per quanto flebile fosse rimasto. Qual che è peggio, le prospettive restano negative: il rating potrebbe dunque scendere ancora.
Stallo politico e recessione, del resto, sono due elementi di base per la valutazione sull’affidabilità del debito di un paese. Questo – secondo Fitch – “rende più difficili le riforme strutturali di cui l’Italia ha tanto bisogno” (gli italiani naturalmente non apprezzano affatto questa macabra insistenza).
Gli ultimi indicatori economici mostrano che la recessione italiana – grazie al lavoro congiunto della troika e dei governi degli utlimi venti anni –  è tra le più dure e profonde dell’intera Europa. Il debito pubblico potrebbe, nelle analisi di Fitch, superare anche il 130% rispetto al Pil. Un “grande risultato” provocato proprio dalla politica di tagli alla spesa pubblica (che ha trascinato in basso la produzione di riccheza in proporzione maggiore a quella dei tagli).

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