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Affile: Zingaretti blocca i finanziamenti per il mausoleo a Graziani

Il governatore del Lazio Zingaretti interviene in merito al mausoleo dedicato al gerarca fascista Rodolfo Graziani costruito nel comune di Affile, con i soldi pubblici. “Ho chiesto agli uffici regionali – ha fatto sapere il presidente della Regione – di sospendere il finanziamento concesso al Comune di Affile, originariamente destinato al ‘completamento del Parco Rodimonte’ e alla ‘realizzazione di un monumento al soldato’, cioè al milite ignoto. Il Comune impropriamente ha poi deciso di dedicarlo a Rodolfo Graziani. A parte le palesi violazioni rispetto all’utilizzo del finanziamento pubblico, la nostra amministrazione non avallerà mai qualsiasi tentativo di distorsione o falsificazione della memoria storica, tanto più nel caso di una figura come quella del generale Graziani, su cui la storia ha già emesso da tempo il suo giudizio: per i crimini di guerra compiuti nel corso dell’aggressione coloniale nei confronti dell’Etiopia, con l’uso di gas, bombardamenti indiscriminati e rappresaglie contro la popolazione civile, con la costruzione di campi di concentramento, con la reclusione coatta delle popolazioni nomadi; per il suo sostegno indiscusso al regime fascista e al proseguimento della guerra affianco alla Germania nazista fino all’ultimo giorno nella Repubblica di Salò; per il suo apporto convinto alla guerra civile contro la Resistenza, da cui mai prese le distanze e che gli valse una condanna a 19 anni di reclusione con l’accusa di collaborazionismo, mentre rimasero pendenti i suoi trascorsi in Africa e le accuse di crimini contro l’umanità a lui rivolte da più parti”. “A questo punto – conclude Zingaretti – non possiamo che prendere atto della palese illegittimità del comportamento del Comune di Affile, sospendendo l’erogazione del saldo di 180mila euro per la realizzazione dell’opera fino al ripristino della proposta progettuale originariamente finanziata. Questo vuol dire apportare delle modifiche strutturali al monumento e intitolarlo come originariamente concordato ‘al soldato’, facendo scomparire qualsiasi riferimento a Rodolfo Graziani e cancellando questa provocazione, che rappresenta non solo un atto scorretto dal punto di vista legale e amministrativo, ma un’inaccettabile offesa alla libertà, alla democrazia e alla memoria di tutti gli italiani”.

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