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Scuola. Il 7 maggio sciopero e presidio a Roma degli ex Lsu

SCIOPERO NAZIONALE DEGLI EX LSU Scuola IL 7 MAGGIO 2013
PRESIDIO A ROMA IN PIAZZA MONTECITORIO ALLE ORE 10.30

Da tutta Italia confluiranno in piazza a Roma sotto il Parlamento gli addetti alle pulizie (ex-lsu) scuola addetti alle pulizie (circa 11.500 in oltre 4000 scuole soprattutto nel centro sud) e co.co.co. assistenti amministrativi (circa 2000) che operano come nelle Scuole italiane da anni in condizione di precarietà e sfruttamento. Questi lavoratori (operai part-time a meno di 800 euro al mese per 35 ore di lavoro) il 7 Maggio sciopereranno e saranno in presidio sotto il Parlamento poiché nei prossimi mesi, con l’aggiudicazione della nuova Gara Consip, dove sono state presentate offerte con ribassi superiori al 50% e fino anche al 70%, si troveranno di fronte ad un ulteriore e drastico peggioramento delle proprie condizioni lavorative, a causa di scelte gestionali e politiche fatte dai passati Governi e dai passati Ministri della Pubblica Istruzione che hanno privilegiato, fin dal 2001, le logiche di esternalizzazione e precarizzazione.
Gli ex LSU fin dalla loro entrata nel mondo della scuola (dal 1995 e fino al 2001 provenienti dalla mobilità e dalla disoccupazione) hanno svolto mansioni di vario genere, tutte assimilabili a quelle di collaboratore scolastico, coprendo così le forti carenze di organico a cui si preferiva sopperire a buon mercato, utilizzando gli LSU come manodopera in nero (di Stato) e dal 2001 sono stati esternalizzati in ditte e coop. che, senza gara, si sono aggiudicate un appalto milionario.
“Il “servizio” di pulizia delle Istituzioni scolastiche, partito con un costo di oltre 370 milioni per più di 20.000 Lavoratori (provenienti come già detto da progetti LSU dei Comuni e delle Provincie), nel corso degli anni (dal 2001 al 2010) nonostante la riduzione numerica dei Lavoratori (nel 2010 erano scesi a 12.550) tale costo è rimasto invariato, se non aumentato in alcune annualità (375 milioni di euro il 2005 per consentire uno striminzito aumento orario), mentre il “costo” dell’eventuale assunzione diretta alle dipendenze delle Scuole avrebbe comportato un risparmio di oltre 70 milioni di euro all’anno” dichiara Bonvino Carmela dell’esecutivo Nazionale USB Lavoro Privato.
”Invece si è preferito, con la complicità dei sindacati concertativi, appaltare il servizio con il solo risultato di far pagare ai lavoratori i tagli effettuati dal MIUR negli ultimi anni che ha ridotto il servizio a solo 9/10 mesi all’anno. Infatti a partire dal 2011 e 2012 gli ex LSU sono stati sottoposti a lunghi periodi di cassa integrazione, cassa integrazione che è costata allo Stato più di quanto si è risparmiato con il taglio delle ore di servizio e di più del costo di una eventuale l’assunzione diretta. E stato già previsto un’ulteriore periodo di cassa per il quale non c’è ancora il Decreto Ministeriale che consentirà il pagamento della stessa con il rischio che oltre 11.000 famiglie non avranno alcuna forma di sostegno al reddito e di salario a partire dal prossimo mese”.
Conclude Bonvino:” L’approssimarsi a Maggio dell’aggiudicazione della gara Consip (base di Gara per i 13 lotti regionali pari a 1.795.860.000 euro), non risolverà il problema della qualità del servizio e segnerà un’ulteriore scivolamento verso la povertà di questi lavoratori (attualmente prossimi a ulteriori tre mesi di cassintegrazione in deroga a zero ore a partire dal prossimo 10 giugno) che vedranno dimezzarsi i contratti e i già miseri salari ma c’è anche il rischio di licenziamenti al cambio appalto e con i subappalti. Per tutti questi motivi i Lavoratori – che confluiranno a Roma dalla Sicilia, Campania, Puglia, Calabria, Basilicata; Lazio e Sardegna, saranno domani in piazza per chiedere al Parlamento e al nuovo Governo di fare scelte, anche in forte controtendenza bloccando la gara consip e programmando l’assunzione diretta degli ex-lsu a copertura del 25% dei posti accantonati in organico come personale ata e in relazione ai contratti co.co.co. di porre fine alla situazione di precarietà e di adeguare i compensi e inserirli a pieno diritto negli organici della scuola anzicchè continuare a sfruttarli e a garantire utili solo alle aziende e non al mondo della scuola”.

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