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Mestre. L’ospedale “più bello d’Europa” è al collasso

A cinque anni dalla sua attivazione, nell’Ospedale “più bello d’Europa”, si lavora in condizioni assai peggiori del vecchio ospedale Umberto I di Mestre: medici, operatori ed utenti, stanno pagando il prezzo durissimo delle scelte “interessate” dell’Asl 12 per aver sponsorizzato un grandioso Ospedale in Project financing, costruito male, estremamente costoso, con un numero insufficiente di posti letto, con rilevanti carenze di sicurezza.

 

Un Ospedale che è stato progettato “dimenticandosi” DIGNITOSI spazi per il SUEM e per la sanificazione dell’ambulanze, con stanze di degenza e ambulatori senza finestre (vedi la stanza dell’O.B.I. completamente sprovvista), con locali del tutto inadeguati, alquanto angusti ed illuminati artificialmente, che stanno creando disagi – e mancanza di privacy – ai cittadini e condizioni di sofferenza a tutti gli operatori che vi lavorano.

 

Rammentiamo che dall’attivazione ufficiale dell’ospedale dell’Angelo – metà giugno 2008 – ad oggi i cantieri all’interno non si sono mai interrotti. L’ingegner Baita, ammettendo “errori di costruzione, progettuali ed esecutivi”, aveva prontamente assicurato che i costi dei lavori correttivi sarebbero tutti rientrati a carico della Veneta Sanitaria Finanza di Progetto, concessionaria che ha costruito e gestisce la struttura (vedi “La Nuova Venezia” del 2.08.2008).

 

Così non è stato, e siamo a conoscenza invece che i molteplici tentativi di sanare le carenze originarie progettuali e di costruzione del nuovo ospedale di Mestre, carenze che avrebbero dovuto sin dall’inizio essere previste ed evitate, hanno comportato costi, sia in termini monetari – affrontati per mezzo della vendita degli ultimi gioielli di famiglia del patrimonio immobiliare dell’Asl 12 – che di prolungamento della gestione della struttura a favore della Società concessionaria, nonché ulteriori incentivazioni per il “personale dell’area tecnica” dell’Asl 12 Veneziana. Le Asl hanno un ruolo importante, demandato dalla legge, nella fase di attuazione degli appalti, con precisi compiti di verifica rispetto a progetti e capitolati, e sono obbligate ad adottare prescrizioni finalizzate al buon andamento dei lavori.

 

Come mai l’Asl 12 – che deve fra l’altro vigilare sul rispetto della normativa e sulla sicurezza dei diversi luoghi di lavoro e verificarne l’idoneità degli ambienti – non riesce a svolgere i compiti di controllo sulla regolarità degli appalti?

 

COBAS Sanità desidera comprendere quanto sia stato sino ad oggi pagato l’ingegner Strano, e se sono state o meno applicate delle penali sui suoi compensi, considerati tutti gli errori di  progettazione e costruzione, d’impiantistica e sulla scelta dei materiali, avvenuti nella costruzione del nuovo Ospedale dell’Angelo.

 

L’Azienda per anni, pur avendo ricevuto dalla Regione Veneto un finanziamento pro-capite più alto tra quelli attribuiti alle Asl Venete per ciascuno dei cittadini residenti nel territorio, non ha mai provveduto infatti a garantire un’adeguata Dotazione Organica del personale del Comparto – già nel 2007 mancavano 300 Infermieri Professionali e 200 Operatori Socio Sanitari – affrontando, nella primavera del 2008, il trasferimento dal vecchio Umberto I alla nuova struttura dell’Angelo con una vergognoso Piano Assunzioni che programmava l’assunzione nel corso dell’anno, di solamente 49 Infermieri Professionali e 35 Operatori Socio Sanitari e la nomina invece di 94 dirigenti.

 

 

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