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Pisa. Assemblea di Ross@ verso il 18-19

Nonostante l’orario pomeridiano che ha impedito a molti la partecipazione, erano presenti circa cinquanta persone all’ex Colorificio liberato di Pisa per partecipare all’iniziativa promossa dal Coordinamento Toscano di Ross@ in vista delle giornate del 18/19 ottobre.

Prendendo le mosse dalla solidarietà espressa all’ex Colorificio sotto sgombero, Giorgio Cremaschi ha evidenziato nel suo intervento come il governo “delle larghe intese”, uscito rafforzato dall’ultima crisi e compattatosi attorno al proprio ruolo di esecutore delle politiche della Troika, prosegue con le politiche di massacro sociale, e calpestando uno dopo l’altro i diritti rimasti nel mondo del lavoro.

In questo scenario, la due giorni del 18/19, con lo sciopero generale dei sindacati di classe e conflittuali e la manifestazione dei movimenti per il diritto alla casa, al reddito e alla difesa dei territori del giorno successivo, costituisce un momento di rottura e di novità politica, muovendosi nella direzione di una ricomposizione sociale, sindacale e politica imprescindibile.

Il neonato soggetto politico Ross@, che scenderà in piazza con le parole d’ordine “con il conflitto sociale, per la rottura dell’Unione Europea”, intende dare il suo contributo a questa ricomposizione, mettendosi al servizio del conflitto con una prospettiva di rottura radicale con le politiche di austerità imposte dall’Unione Europea, in vista della costruzione di una rappresentanza politica dei settori sociali colpiti dalla crisi. I numerosi interventi del pubblico hanno riportato testimonianze delle condizioni disastrose di grossi settori del mondo del lavoro, in particolare quello della scuola e della ricerca (in una città, Pisa, dove, a colpi di retorica del “merito” e della “competitività”, si sta facendo a pezzi la ricerca e con essa le vite di chi vi lavora).

E’ stato poi sottolineato come di fronte ad un attacco che arriva da centri di potere sovranazionali e colpisce gli stati, in particolar modo i “Piigs” con le medesime politiche, bisogna puntare al coordinamento delle nostre lotte con quelle degli altri paesi (non solo europei ma anche nordafricani, dove si continua a lottare contro i nostri stessi nemici), per pensare ad una rottura con l’Unione Europea su basi internazionaliste.

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