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Bologna. L’emergenza abitativa “assedierà” il Comune

Anche a Bologna, una volta Capitale del “modello emiliano”, ogni giorno nuova emergenza abitativa ricade sulla città in un empasse istituzionale, in cui il Comune ammette l’inefficacia delle misure attuali, senza però prendere i provvedimenti che sarebbero necessari. La Prefettura “attende” misure del Governo ben sapendo che il problema degli sfratti non verrà risolto con la “graduazione”, ipotesi su cui stanno lavorando con gli altri sindacati.
E dopo le giornate del 18 e 19 ottobre, in tutta Italia i percorsi di lotta dentro e fuori il mondo del lavoro si stanno moltiplicando e intrecciando, vedendo nell’utilizzo dei soldi pubblici e delle risorse un filo comune.
“Dobbiamo continuare a vedere finanziate grandi opere, nuove cementificazioni, incentivi alle imprese anzi che politiche abitative rivolte ai settori popolari, a politiche sul reddito e sul welfare? Non ci stiamo” denuncia l’Asia-Usb di Bologna. “Per questo contribuiremo alla costruzione di un 29 e 30 novembre di lotta, come avverrà in tante città d’Italia. E porteremo gli stessi temi che abbiamo avanzato nelle giornate a Roma”. Sul diritto all’abitare, viene ribadito che le uniche misure che servono, e che possono invertire la drammatica situazione sono: una moratoria generalizzata di sfratti sgomberi e pignoramenti, perché al momento le amministrazioni non hanno i mezzi per garantire a tutti un alloggio; La requisizione e il riuso di patrimonio sfitto di privati, di aziende e di enti pubblici, utilizzandolo per dare risposta a chi perde la casa perché non può sostenere i prezzi di mercato; e collegato a questo il blocco della vendita del Patrimonio pubblico.
Su questi temi l’Asia-Usb pretende una risposta pubblica da parte del Sindaco di Bologna, che avrebbe la responsabilità di attuare queste misure ed ha convocato insieme ad altre realtà sociali metropolitane una assemblea giovedi 21 novembre alle 21 alla facoltà di Scienze Politiche.
Ma l’assemblea verrà preceduta da un momento di lotta ovvero un picchetto anti sfratto a Lavino di Mezzo il 21 mattina, in cui l’Ufficiale Giudiziario ha minacciato l’utilizzo della forza pubblica, e possibili “rischi” per la famiglia se non è disposta a lasciare l’alloggio. “O rimani senza casa o avrai problemi ben peggiori. Con l’ipotesi del “meno peggio” siamo poco avvezzi” – denuncia l’Asia-Usb – “Dalle occupazioni, dalle famiglie sotto sfratto, dalle persone che non hanno alloggio, in quei giorni porteremo in piazza i nostri bisogni e la voglia di cambiare le carte in tavola”

 

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