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Stamina. La precisazione di alcune associazioni di pazienti

Dopo la bufera che si è scatenata in questi ultimi giorni intorno alla cura Stamina da parte di testate giornalistiche quali La Stampa e L’Espresso, in cui si afferma che la cura è pericolosa (62 le vittime secondo La Stampa !?), che nei preparati da iniettare non vi sono cellule staminali e che nessuno dei pazienti in cura a Brescia ha avuto miglioramenti, secondo le cartelle cliniche che questi giornalisti sostengono di possedere, è ora doveroso fare chiarezza.

E a fare questa chiarezza, oltre al dr. Andolina, che ieri ha pubblicato sulla sua pagina face book i certificati di sicurezza delle cellule a firma degli stessi Spedali Civili di Brescia e molti certificati medici di specialisti indipendenti che attestano che i pazienti in cura stanno meglio, ci ha pensato, da Miami, il prof. Ricordi, tirato anch’egli nella macchina del fango da questi giornalisti che, ormai, hanno la presunzione di sentirsi medici e scienziati senza averne una laurea, e che arrivano addirittura a scrivere che nemmeno i biologi della Stamina sanno in realtà che cosa venga iniettato ai pazienti e se le cellule siano sicure, come estrapolato dalla corrispondenza intercorsa tra la dott.sa Molino e il prof. Ricordi.

Ieri, il prof. Ricordi, per riportare la vicenda sul piano della realtà, ha così inviato a tutti gli organi di stampa italiani un comunicato in cui spiega, molto dettagliatamente e onestamente, senza interpretazioni personali, travisamenti o menzogne, i reali contenuti della corrispondenza con Stamina e, a dimostrazione della sua lealtà, allega perfino tutto lo scambio di mail intercorso con la dott.sa Molino.

Noi, da sempre schierati al fianco dei pazienti e da sempre dalla parte della solo verità, riportiamo sotto il comunicato stampa integrale e i documenti allegati che il dr. Ricordi ha fatto pervenire.

Questa è corretta informazione e ci auguriamo che anche i media nazionali e le tv facciano altrettanto, poiché il diritto a una corretta informazione è sacrosanto e va garantito soprattutto a quelle famiglie che nel metodo Stamina del prof. Vannoni hanno riposto tutte le loro ultime speranze.

Le associazioni
Viva La Vita Onlus Italia
Movimento Vite Sospese
A.S.A.M.S.I. Onlus
Sicilia Risvegli Onlus
Voa Voa Onlus

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COMUNICAZIONE 

Ho letto l’articolo dell’Espresso n: 51 a firma di Letizia Gabaglio dal titolo “Tutti i retroscena del test a Miami”.

Ho fatto avere all’Espresso e alla giornalista che mi ha intervistato la corrispondenza tra noi e Stamina, proprio per agire in piena trasparenza ed onestà, e perché non avevo tempo di scrivere informazioni dettagliate. Per tale ragione ho preferito allegare lo scambio di e-mails con le proposte di test di caratterizzazione da effettuare a Miami.

Pensavo che questa corrispondenza fosse abbastanza chiara nei contenuti, ma ovviamente non lo era perché l’interpretazione emersa non corrisponde alla realtà dei contenuti e del loro significato scientifico.

Sento pertanto il dovere, non solo morale, ma anche scientifico e professionale, di chiarire quei contenuti per evitare malintesi e interpretazioni errate:

a) La frase di Stamina: “dobbiamo documentare l’assenza di batteri classici e di contaminazione da micoplasma”è stata interpretata come se queste analisi non fossero già in realtà svolte presso il laboratorio di controllo di qualità dell’Ospedale di Brescia su ogni singolo preparato cellulare. Allego alla presente esempio di certificato.

b) La frase “va valutata la presenza di endotossine direttamente sulle cellule per l’infusione e non solo sui surnatanti” costituisce un approfondimento e perfezionamento di indagine, e rappresenta richiesta specifica del Comitato Scientifico.

c) L’affermazione di Stamina: “non abbiamo mai valutato il profilo di espressione genica delle nostre cellule; non sappiamo se, a livello molecolare, esse esprimono marker critici, per esempio i marker ESC che sono fattori di trascrizione fondamentali caratteristici delle cellule pluripotenti per mantenere la loro staminalità” va interpretata nel seguente modo:

Le cellule Stamina sono già identificate con metodologia citofluorimetrica (attraverso markers chiamati CD, vedi certificato in allegato). Si dibatte oggi se le mesenchimali da adulti possano riuscire ad esprimere i markers ESC (Embrional Stem Cells) per valutare la loro maggiore o minore potenzialità. L’avere pertanto richiesto al nostro Gruppo di valutare anche questi markers, non significa certo che Stamina non conosca le sue cellule, significa invece che ci è stata fatta domanda di un ulteriore approfondimento che oggi potrebbe essere di grande interesse per tutti coloro che lavorano sulle staminali.

d) In merito alla differenziazione in linea neurale, la richiesta di Stamina al nostro laboratorio è stata quella di verificarla per confermare il fenomeno.

e) Ho letto anche su certi quotidiani che il preparato Stamina potrebbe trasmettere malattie tipo l’HIV, la sifilide, l’epatite virale, la BSE (mucca pazza); non credo che questo sia corretto. Bisogna infatti considerare che l’Ospedale di Brescia effettua sui donatori tutte le analisi previste per la donazione degli organi proprio per evitare il rischi di trasmissione di malattie di questo tipo; quanto al siero fetale bovino che si utilizza nei terreni di coltura viene usato anche da altri gruppi a livello internazionale, a patto che provenga da fornitori che lo certificano “BSE Free” (per esempio dalla Nuova Zelanda). Si usa anche negli Stati Uniti.

Concludo affermando che i certificati di analisi, redatti dalla Dr.ssa Lanfranchi, direttrice del Laboratorio di Qualità dell’Ospedale di Brescia, già indicano i seguenti parametri:

1) Sterilità dei preparati;

2) Caratterizzazione delle cellule staminali contenute, ottenute attraverso il metodo citofluorimetrico;

3) La mancanza di quantità significative di cellule non desiderate, quali macrofagi e cellule ematopoietiche, (mancanza dei loro markers) che potrebbero essere causa di rigetto;

4) L’attività telomerasica, che permette di verificare che non si siano sviluppate, per qualche motivo imprevedibile, cellule tumori gene;

5) Il numero di cellule presenti nel preparato e la loro vitalità.

Il mio desiderio di contribuire con la verifica dal punto di vista della caratterizzazione era per aggiungere una valutazione indipendente di tali caratteristiche che sono alla base delle note discussioni. Ulteriore stimolo a questa indagine mi è pervenuto dal confronto di alcuni specialisti clinici, come il Prof Bach e il Dott Villanova, che sono stati testimoni di importanti risultati clinici, che mi pare che in Italia siano stati completamente “dimenticati” da chi invece dovrebbe proprio partire dai risultati clinici per intraprendere ulteriori studi, sia per verificarne la validità e riproducibilità con metodo scientifico rigoroso ed eventualmente anche per determinare i meccanismi d’azione responsabili di tali effetti clinici.

Camillo Ricordi

21 Dicembre 2013

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