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Calabria. Continua il braccio di ferro con l’Enel nella Valle del Mercure

Ancora una volta la magistratura, questa volta il Consiglio di Stato, ha dato torto all’ENEL e reso giustizia alle popolazioni della Valle del Mercure. Ma l’azienda elettrica non demorde e manda avanti i “soliti noti”, a difendere gli interessi di bottega con le solite falsissime argomentazioni. A cominciare dai posti di lavoro che si perderebbero con la chiusura della centrale. E che diventano, secondo necessità, 37, 100, 150, 400, 650, centinaia, migliaia. Sarebbe ridicolo se non fosse drammatico –e ignobile- speculare sulle terribili condizioni occupazionali della nostra terra. In Calabria ci sono già attualmente più centrali a biomasse di quante se ne possano alimentare con il nostro intero patrimonio forestale e altre ancora sono in cantiere. Non certo per produrre energia (la nostra regione esporta oltre il 70% di quella prodotta, come certificano i dati TERNA del 2012), ma perché queste centrali rappresentano una possibilità di grandi guadagni (per il prezzo “drogato” da aiuti di Stato dell’energia prodotta con i “certificati verdi”) per speculatori d’ogni genere e per la criminalità organizzata (la tristemente famosa e sanguinaria “mafia dei boschi”). E pazienza se la distruzione del patrimonio boschivo regionale si coniuga con il conseguente dissesto idrogeologico, con vittime incolpevoli e con spese di risanamento (quando viene fatto!) ingenti a carico della collettività. Intanto c’è chi si arricchisce: produttori e affaristi senza scrupoli. Certo, posti di lavoro se ne perderebbero, ma solo se la centrale del Mercure entrasse in funzione: nel turismo, nell’agro-alimentare, nel complessivo sviluppo del Parco Nazionale del Pollino, area protetta e non certo destinata ad accogliere uno degli inceneritori più grandi d’Europa! Mentre un altro durissimo colpo avrebbero la salute dei residenti, i loro diritti, le loro legittime aspettative.E insieme alle biomasse, andrebbe in fumo anche il concetto stesso di legalità.

 

Forum “Stefano Gioia” delle Associazioni e Comitati calabresi e lucani per la tutela della Legalità e del Territorio

 

 

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