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Albano contro fascismo e revisionismo: “la storia non si cancella”

Lunedì 10 febbraio noi, le antifasciste e gli antifascisti dei Castelli Romani, siamo scesi nuovamente in piazza per contestare l’ennesima provocazione nazifascista sul nostro territorio, andata in scena ad Albano con il sostegno e la protezione delle forze dell’ordine.

Difatti a Piazza Pia una fantomatica associazione-civetta legata a Forza Nuova, partito d’estrazione nazifascista recentemente salito agli “onori” della cronaca per l’invio di teste di maiale alla comunità ebraica romana, aveva indetto una fiaccolata per celebrare l’occupazione italiana nei Balcani Occidentali, culminata con il genocidio delle popolazioni Yugoslave e la repressione degli antifascisti italiani e locali, e ricordare il bombardamento di Propaganda Fide.

Un’operazione revisionistica che puntava a rimuovere le colpe dell’occupazione nazifascista da quello che fu uno degli eventi più tragici che il nostro territorio ha subito durante la gloriosa lotta di Liberazione dal giogo mussoliniano e hitleriano e che sarebbe quasi ridicola se non riguardasse la morte di 500 persone.

La popolazione ha reagito a questa putrida strumentalizzazione scendendo nuovamente in piazza per ribadire che ad Albano e nei Castelli Romani non c’è mai stato e mai ci sarà spazio per determinati personaggi ed idee la cui fine è stata sancita a Piazzale Loreto nel 1945. Che l’iniziativa chiamata per ricordare i morti di Propaganda Fide fosse solo una strumentalizzazione e una copertura, lo si era capito da subito. Ieri è arrivata la conferma: solo provocazioni sono arrivate dal piccolo concentramento neofascista, composto da una trentina di persone, meno di dieci i locali; tutt’altra cosa rispetto alla compassionevole commemorazione che andavano spacciando nei giorni precedenti. Una ventina di ceffi, casco in testa e armati di cinghie, che si compiacevano al grido di ”dove sono gli antifascisti”. Questa è stata la loro fiaccolata. Pura provocazione e cruda violenza, nient’altro che ciò. Del resto, che per fare una fiaccolata, cinghie e caschi siano di troppo, salvo a voler tornare con la memoria indietro fino ai tempi del ku klux klan, ognuno lo può capire da sé.

Oltre al danno, ovvero questa pagliacciata, si è aggiunta la beffa da parte delle forze dell’ordine che sono state estremamente solerti nel blindarci con jeep e camionette ma, allo stesso tempo, non hanno esitato a scortare un manipoli di nazisti verso i manifestanti che stavano tornando alle proprie macchine. Fortunatamente solo il nostro autocontrollo e responsabilità ha fatto in modo che la provocazione si concludesse in un nulla di fatto rompendo le uova nel paniere al sorridente capo della polizia locale.

Oggi, come il 15 ottobre scorso, la popolazione dei Castelli Romani ha ribadito che il nostro territorio rifiuta il fascismo, il razzismo, il sessismo e l’autoritarismo.

Oggi, come il 15 ottobre scorso, la popolazione dei Castelli Romani ha respinto l’ennesima provocazione fascista telecomandata dalle divise blu.

Qualunque altra iniziativa vorrà infangare il tributo di Resistenza e Martirio che i Castelli hanno dato alla lotta di Liberazione continuerà a vedere la nostra ferma opposizione.

Noi saremo tutto.

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