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Roma. Presentato il piano generale sui trasporti. Una visione riduttiva

Alla fine di gennaio, presso la sala Pietro da Cortona nei Musei Capitolini, è stato presentato il nuovo P.G.T.U. (Piano Generale del Traffico Urbano) di Roma Capitale organizzato dalla Commissione III Mobilità e dall’Assessorato Mobilità e Trasporti di Roma Capitale. Presenti molte associazioni e comitati della realtà cittadina che da diversi anni attive sulle problematiche di una mobilità sostenibile.

Attualmente è in corso il confronto presso i vari Municipi e le varie associazioni dei cittadini, per discutere sul PTGU, come promesso dal Sindaco Marino, per raccogliere le osservazioni/proposte per promuovere una maggiore informazione e partecipazione dei cittadini.

Secondo le dichiarazioni il nuovo P.G.T.U. dovrà garantire e facilitare gli spostamenti a chi ogni giorno deve arrivare in città, con l’aumento dell’offerta di trasporto pubblico, la regolazione della sosta, le Ztl e le isole ambientali, soltanto ottimizzando l’uso delle infrastrutture e delle risorse esistenti.

Per questo la città è stata divisa in sei zone invece che quattro del precedente piano. Ci sarà l’area centrale-Mura Aureliane dove l’obiettivo, si legge nel documento, è quello di ridurre al massimo il traffico di veicoli privati. Qui sono previste delle vere e proprie isole ambientali, dove nessun veicolo potrà avere accesso. L’anello ferroviario dove si prevede una regolamentazione degli accessi con mezzi privati, la riorganizzazione della rete distribuzione merci e del trasporto pubblico e lo sviluppo di sistemi di mobilità condivisa. C’è poi la circonvallazione esterna con la fluidificazione della viabilità sulle arterie principali che passerà attraverso l’implementazione delle corsie preferenziali e l’eliminazione dei parcheggi e la creazione di micro zone di scambio.

Secondo noi questa proposta è riduttiva, considerato che ormai sempre un numero crescente di romani si sono trasferiti nel suo hinterland (fuori dal G.R.A.), grazie anche al problema dell’insostenibile costo sia dell’acquisto della casa che degli affitti, con la conseguenza di un notevole aumento del pendolarismo per lavoro o di studio che hanno contribuito negli ultimi anni a far crescere il numero della mobilità pendolare.

Se veramente, come si legge nel documento programmatico, si vuole l’inclusione sociale, l’equità, la vivibilità, la sostenibilità ambientale e l’accessibilità del territorio, il nuovo P.G.T.U. non può tenere conto anche del futuro sviluppo urbanistico della città, come del resto considerare la mobilità nel suo insieme con il coinvolgimento anche dei rappresentanti della Regione Lazio, poiché la maggior parte degli spostamenti hanno origine e destinazione al di fuori dell’area cittadina e provinciale.

Considerato che i documenti fin qui presentati, sono generici e non forniscono né una base adeguata di dati, né indicatori dell’attuale situazione, né obiettivi, né tempi e risorse finanziarie dedicate, riteniamo le premesse insufficiente per un reale mobilità sostenibile, in primis per i il pendolarismo Casa-Lavoro (PSCL), per una reale discontinuità con le pratiche che ci hanno portato nella attuale insostenibile condizione.

* Consiglio Metropolitano (Roma)

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