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I No Tav fiorentini scrivono a Matteo Renzi

OGGETTO:    Progetto di Sottoattraversamento AV del Nodo ferroviario di Firenze e progetti TAV-TAC in Italia: richiesta di intervento correttivo da parte del Governo.

 

Signor Presidente,

 

quattro anni fa, a giugno 2010, Lei dichiarò, in relazione al progetto TAV che interessa la città di Firenze: «Faccio notare al governo nazionale che in tempi di crisi l’idea di investire un miliardo e rotti in questa opera, fra tunnel e stazione, che non serve a nulla non è una buona idea. L’Alta velocità a Firenze c’è già e i treni veloci qui già si fermano. Perché se hanno un miliardo di euro da buttare via in questo modo non lo mettono sulla scuola?».

Dal 2010 a oggi il contesto economico non è mutato, signor Presidente, se non in peggio.

 

Gradiremmo sapere pertanto, adesso che ha raggiunto il ruolo di massima responsabilità in quelgoverno nazionale richiamato nella Sua dichiarazione del 2010, se Ella intenda dare concreta attuazione all’auspicio formulato, disponendo finalmente di opportuni strumenti di intervento.

 

Di più.

Se allarghiamo lo sguardo dalla città di Firenze al resto d’Italia, è evidente come la cantierizzazione dei progetti TAV minacci di ingoiare non uno, ma parecchi miliardi di denaro pubblico.

Si tratta peraltro, nel caso delle linee TAV, di InvestimentI marcatamente labour saving ecapital intensive. Esattamente l’opposto di quello che sembra occorrere oggi all’economia del nostro Paese: una spesa pubblica oculata e mirata, che si dimostri in grado di innescare processi di espansione dell’occupazione, e in particolare di opportunità di lavoro stabile e socialmente utile.

 

Le chiediamo quindi se Ella non ritenga opportuno e urgente mettere in agenda la cancellazione su tutto il territorio nazionale, con opportune misure di salvaguardia dell’erario, del gigantesco esborso TAV, più volte censurato – per le dimensioni esponenzialmente crescenti e per l’architettura finanziaria perversa – dai principali organismi di controllo contabile.

Ella condividerà infatti, immaginiamo, che ben altre appaiono essere le priorità materiali e morali del Paese da cui ripartire, se davvero si intende cambiare verso: da L’Aquila (e l’Abruzzo) a Modena (e l’Emilia) terremotati, dalle montagne che franano alle pianure che si allagano, dalla scuola (indecente nell’edilizia e nell’organizzazione) al patrimonio culturale (mesta cenerentola, e dovrebbe esser regina!). Senza contare, restando anche sul solo terreno del trasporto pubblico, l’esigenza di rispettare i diritti – fin qui conculcati – dei viaggiatori pendolari, la grande maggioranza della popolazione chiamata – in nome della tutela dell’ambiente e della qualità della vita – ad avvalersi del trasporto su ferro.

 

Auspichiamo un cortese riscontro.

Il presidente

Girolamo Dell’Olio

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