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Torino. Raffica di misure cautelari per il 9 dicembre

Una procura così i padroni se la sono sempre sognata… Parliamo di quella torinese, che stamattina ha fatto eseguire sei “misure cautelari” contro diversi compagni e ragazzi dei quartieri del capoluogo piemontese.

La “curiosità” della decisione nasce dal fatto che la mobilitazione incriminata sia quella del 9 dicembre. Indetta dai “forconi” e dall’estrema destra in tutta Italia, a Torino la piazza prese in alcuni casi (in alcune delle molte piazze di quella giornata) una piega un po’ diversa. Gruppi di compagni, alcuni centri sociali storici, scelsero di partecipare muovendosi in modo distinto da quello deciso dagli organizzatori della protesta.

Proprio verso questi “partecipanti non graditi” si rivolge ora la procura, che non ha invece – pare, e comunque fin qui – nulla da eccepire contro le piazze più “conformi” al pensiero e agli interessi forconiani. Nessun provvedimento, infatti, risulta emesso a carico dei numerosi fascisti che si fecero notare in quei giorni.

Titolari dell’inchiesta sono infatti i pm Padalino e Borgna, il primo sempre in prima fila nel tentare di reprimere il Movimento No Tav e i gruppi torinesi solidali. I provvedimenti d’arresto (domicilare o con obbligo di firma) erano stati chiesti dalla questura locale.

I perseguitati sono tutti giovanissimi: due del Collettivo Universitario Autonomo di Torino e altri ragazzi abitanti nei quartieri periferici e proletari.

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