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La repressione non va in vacanza. Per gli arrestati del 15 ottobre

Il 26 giugno si svolgerà a Roma una nuova udienza del processo per gli scontri del 15 ottobre, ad attendere questa udienza un clima politico diverso dopo le recenti elezioni con la rinascita della DC del governo Renzi.

Un clima di totale repressione e tolleranza zero che ha portato negli ultimi giorni molti arresti e denunce colpendo i principali movimenti di lotta attivi in tutto il paese. Le accuse della Procura di Roma, montate quanto strumentali, hanno trovato un muro di resistenza eretto dalla difesa che pian piano sta portando alla luce la realtà dei fatti accaduti nonostante l’evidente compiacenza della corte con l’inquisitore Minisci.

Anche se lo sforzo della difesa inizia a dare i suoi frutti  non c’è da stare tranquilli, perchè è noto a tutti che certa magistratura viene chiamata in causa per comminare condanne ingiustificate, mantenere integro il sistema capitalistico dei poteri forti e tutelare illegalmente il loro braccio armato in divisa.

E’ necessario lottare concretamente questa dura repressione con la massima solidarietà e partecipazione dentro e fuori il tribunale, per contrastare efficacemente l’avanzata degli apparati repressivi e l’attuazione del disegno criminale che la casta cerca di imporci con l’ausilio di leggi fasciste, carceri ed altre misure restrittive.

Non dimentichiamoci delle pesanti condanne già inflitte per il 15 ottobre, degli altri procedimenti in corso ad altrettanti imputati passati sotto silenzio ed è per questo che mi rivolgo soprattutto a chi non ha mai risposto agli appelli di solidarietà, agli organizzatori e promotori della manifestazione degli indignati, lasciando tutti noi imputati a fare da capro espiatorio mentre loro tutti hanno discriminato chi ha difeso piazza e diritti scrollandosi di dosso ogni responsabilità in difesa dei manifestanti ma soprattutto politica.

MOBILITIAMOCI UNITARIAMENTE PER IL GIORNO 26 GIUGNO FUORI DAL TRIBUNALE DI ROMA A PIAZZALE CLODIO ORE 9:00

-per esprimere la massima solidarietà ed esigere la liberazione e la fine dei procedimenti verso tutti i compagni e le compagne colpiti/e  dall’ondata repressiva successiva alla manifestazione del 15 ottobre;

-per rimandare al mittente le accuse montate nelle stanze del potere e sferrare un duro attacco al giustizialismo borghese;

-per essere complici e solidali con i compagni arrestati a Torino, con Paolo e Luca, con Chiara, Mattia, Nicolò e Claudio, e con tutte le vittime  della repressione 

NON PIU’ ACCUSATI MA ACCUSATORI…LA SOLIDARIETA’ E’ UN ARMA, USIAMOLA !

Mauro Gentile militante comunista agli arresti domiciliari per i fatti del 15 ottobre

 

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