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Milano. Chi ha pagato la bonifica di Expo 2015?

Rho, 10 Giugno 2014. Secondo il cronoprogramma delle opere di realizzazione del sito Expo 2015 ad Ottobre del 2013 si sarebbero conclusi i lavori di bonifica del sito. Abbiamo con disappunto preso atto che per bonifica si intendono le attività di “pulizia” del terreno naturale eseguite in seguito al piano di caratterizzazione, mentre i primi metri di terreno di tutta l’area, inquinati e non, per decisione di Expo 2015 S.P.A., sono state considerate rifiuti e come tali da conferire in discarica, con uno spreco di denaro pubblico disdicevole, alla faccia della crisi, stralciandoli in questo modo dagli impegni presi dalle amministrazioni comunali di Rho e Milano sulle attività di bonifica.
I costi di bonifica sarebbero infatti dovuti essere a carico dei proprietari originari dei terreni di Expo, ovvero Fiera Milano e Famiglia Cabassi, come stabilito da un ordine del giorno approvato dai Consigli Comunali di Milano e Rho nel luglio 2011, contestualmente all’approvazione dell’accordo di programma.
I terreni di riporto, nei progetti originari di Expo S.P.A. sarebbero stati prelevati dagli scavi accumulati a formare la “Collina Mediterranea”, 83 mila metri cubi di terreno per una montagnetta di 22 metri di altezza, giustificata come promontorio panoramico o luogo per far crescere vegetazione tipica mediterranea.
Dei costi e dei lavori di bonifica non c’era nessuna traccia nella gara di appalto per la rimozione delle interferenze, vinta nell’Ottobre 2011 da CMC con un’offerta di 58 milioni di euro, con un ribasso del 42 % rispetto ai 90 milioni di euro di valore della gara.
A Marzo del 2012 dagli studi supervisionati dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, circa il 10% dei terreni del sito espositivo risultavano essere inquinati di idrocarburi e zinco e dunque da bonificare.
Con l’accordo quadro siglato il 2 Agosto 2012 da Arexpo e Expo 2015 S.P.A. si è definito che i costi di bonifica fossero pagati da Expo S.P.A., che si sarebbe poi rivalsa su Arexpo, società che ha acquisito i terreni e quest’ultima si sarebbe a sua volta dovuta rivalere sui proprietari originari, per un costo massimo di 6 milioni di euro, sulla base di una perizia effettuata da MM e presentata da Expo 2015 S.PA.
La Collina Mediterranea è poi sparita dal progetto Expo 2015 e tutti i terreni di riporto sarebbero finiti in discarica, con un extracosto di circa 14 milioni di euro, che è solo parte dei 28 milioni di euro in più richiesti dalla CMC a novembre del 2012 e concessi con delibera del Consiglio di Amministrazione di Expo 2015 S.P.A., andando di fatto ad azzerare il ribasso del 42% offerto da CMC.
A lavori di bonifica ultimati, considerato anche che le varie inchieste della Magistratura hanno riguardato l’assegnazione della gara di appalto per la rimozione delle interferenze (turbativa d’asta per un funzionario di MM) e hanno coinvolto Angelo Paris (direttore generale di Expo 2015 spa), la CMC (aggiudicataria dell’appalto), Cecilia Felicetti (direttore generale di Arexpo con funzione anche di responsabile di acquisizione delle aree), chiediamo di sapere chi ha pagato le bonifiche e quanto e se le società Arexpo ed Expo 2015 S.P.A., si siano effettivamente rivalse sui proprietari originari dei terreni inquinati e di chi fossero gli areali da bonificare individuati.
Chiediamo queste informazioni anche in virtù di un ordine del giorno approvato nella seduta del consiglio comunale di Rho del 21 luglio 2011, in cui si impegnava il Sindaco e la Giunta “a vigilare affinchè i costi di bonifica non gravino sugli enti pubblici ma vengano messi in carico ai responsabili dell’inquinamento delle aree medesime” e chiediamo pertanto di sapere quali siano state le attività svolte dal Sindaco e dalla Giunta per l’adempimento dell’impegno preso.
Ci riserviamo, per la complessità delle informazioni, di approfondire in seguito la parte più oscura di questa vicenda, ovvero il conferimento in discarica e i costi dello smaltimento dei terreni di riporto, gli extracosti e il ruolo giocato dai personaggi che si sono mossi non nell’interesse pubblico ma in forza delle tangenti prese e del proprio tornaconto personale.

Centro Sociale Sos Fornace – Rho

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