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Attivisti curdi occupano un terminal dell’aeroporto di Fiumicino

Anche a Roma, come nel resto d’Europa, obiettivo della protesta delle comunità curde è stato l’aeroporto di Fiumicino. ”Fermiamo l’Isis ed il massacro di Kobane e dei curdi”. E’ stato questo il forte appello lanciato questa mattina dallo scalo aereo romano da una sessantina di attivisti curdi – alcuni dei quali reduci dalla tentata irruzione all’interno di Palazzo Montecitorio pochi giorni fa – che per oltre un’ora hanno manifestato dentro e fuori il terminal 3. Senza sosta, hanno lanciato slogan in difesa di Kobane, della sua resistenza contro gli integralisti islamici.

Con un megafono hanno spiegato le ragioni della protesta ai tanti passeggeri, fermatisi ad assistere al sit in, che non ha mancato, nella fase iniziale, di suscitare la esagerata reazione delle forze dell’ordine, intervenuti in maniera molto dura quando i curdi hanno forzato uno degli ingressi presidiati dagli agenti. ”Da 22 giorni l’Isis sta cercando di entrare a Kobane – ha affermato Metin, 28 anni, uno dei manifestanti, da 10 anni in Italia ed impiegato in agricoltura a Grosseto – la città salvata dai curdi più di un anno e mezzo fa. L’Isis e gli imperialisti stanno cercando di spezzare la tranquillità dei popoli curdi in Siria, ora allo stremo. Ieri sera è iniziato anche un massacro. Ed ora, in tutti i Paesi europei, in Kurdistan, in Turchia, stiamo manifestando per far vedere al mondo il massacro dell’Isis: non può esserci silenzio su questo. Vogliamo che l’Italia senta la nostra voce ed il dolore del nostro popolo a Kobane, che sta resistendo. Oggi il terrorismo sta colpendo noi, muoiono i nostri bambini, le nostre famiglie, ma un domani può coinvolgere tutti: ci vuole l’interesse di tutta l’opinione pubblica internazionale e dell’Italia”

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