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Bologna: dopo i graffiti, via le pubblicità dalle vetrine

Dopo la pressante – quanto inutile – campagna antidegrado intrapresa dal comune, che si è scagliata contro i graffiti sui muri della città, da qualche giorno nel mirino della morale – e soprattutte delle necessità delle casse comunali – sono finiti anche i commercianti. Niente piu affissioni nelle vetrine, niente piu annunci di sconti o pubblicità di qualsiasi prodotto, dai rimedi contro il raffreddore delle farmacie, ai nuovi arrivi di vestiario di quello o dell’altro tipo. Vetrine pulite e sgombere, oppure sarà multa.
Alcuni commercianti si sono visti recapitare multe fino a 1000 euro per aver affisso simili innocenti annunci sulle proprie vetrine. Nessuna reazione seria per ora, da parte della categoria, solo indignazione e remissione.
Il comune deve fare cassa, questo si sa, ma finchè le multe fioccavano solo per i collettivi che disegnavano i muri delle città, o affiggevano i loro manifesti, tutto andava bene, anzi, grandi plausi per il comune che finalmente ripristinava un po’ di ordine.
Ma dopo la campagna contro i graffiti, ora il comune punisce anche gli esercizi commerciali e le proprietà private. Non si fanno sconti a nessuno, questo va detto.. ma quale sarà il prossimo passo del governo di questa città?
Prima si escludono i marginalizzati, chi non ha lavoro, chi non ce la fa a pagare un affitto, e chi non ha accesso ai sempre piu esigui servizi sociali, e c’è chi sotto sotto è contento, perché certi soggetti rubacchiano e mostrano la miseria della grassa Bologna.. Poi si restringono gli spazi di socialità soprattutto giovanile e le loro espressioni artistiche, e c’è chi è contento perché questi giovani “dovrebbero andare a lavorare e non bloccare le strade con i cortei”.. Poi infine, a corollario di tutto ciò, si accelera con la politica di svendita del patrimonio pubblico, per lavarsi le mani dalle conseguenze che le privatizzazioni porteranno nella società, e anche qui c’è chi in fondo è contento perché “il privato è bello, e perché è giusto che tutto diventi merce”.
Ora che queste politiche colpiscono anche chi ha difeso tutto ciò non si è piu capaci di solidarietà, e l’unica conseguenza sarà quella della distruzione di ogni forma di pensiero e comunicazione al di fuori di quella istituzionalizzata dai poteri forti.
E cio che succede oggi nel mondo, dal mondo della politica internazionale a quello del lavoro, lo dice bene: ognuno fa per se, e “il ricco mangia e il debole crepa”. Finché qualcuno non si metterà seriamente di traverso.  

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1 Commento


  • Daniele

    Voi non avete idea di cosa sia diventata la mia Bologna, sotto Merola è diventato un enorme campo di concentramento cui il Comune succhia soldi per poi darli alle cooperative “amiche” per inutili e continui lavori in tutta la città; ma chissà chi ci guadagna, vero?…….

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