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Com’è misera la voce dell’UDU che elogia gli abusi di potere

Da un collettivo universitario di sinistra ci aspettiamo che organizzi delle iniziative per dar voce ai giovani disoccupati, agli inquilini sfrattati o ai lavoratori in cassa integrazione. Che provi insomma a organizzare i gruppi sociali che il sistema dominante sfrutta e relega ai margini. Dall’UDU -Unione degli universitari- invece no, perché solo gli sprovveduti la ritengono in buona fede un collettivo di sinistra.

Come volevasi dimostrare, l’UDU aveva programmato per mercoledì un incontro con Caselli.

Con l’avvicinarsi delle elezioni universitarie, il collettivo di “non sinistra”, doveva dar mostra alla disinteressata platea di Novoli del suo senso di esistere.

In una città dove si sfrattano centinaia di persone nel nome della guerra ai senza casa dichiarata dal comune, in una regione dove si smantella il sistema sanitario, sperando di fare della gestione delle malattie una merce da cui ricavare profitto, in uno stato che sta disperdendo le residue possibilità di tanti giovani di trovare un lavoro decente e costruirsi un futuro stabile, l’UDU non ha trovato niente di meglio che invitare qualcuno che ribadisse quella sfilza di luoghi comuni tipici della “non-sinistra”.

Caselli è il paladino dell’antimafia che negli ultimi anni, volente o nolente, ha consentito al consorzio di mafia e Stato di accaparrarsi immensi profitti nelle grandi opere, su tutte il TAV in Val Susa. Caselli non si è distinto in nessuna grande retata fra i capofamiglie che hanno programmato quell’enorme crimine che è bucare una montagna di amianto per farci passare appalti ad alta velocità. Di contro ha ottenuto l’arresto senza processo di ragazz* che si opponevano attivamente allo scempio ambientale, con l’infondata accusa di terrorismo. Un’ idea di legalità che già ha lasciato uscire indenni tutti gli accusati per i vari processi eternit, ma che non lascia scampo a chi mette a rischio l’accumulazione delle rendite e dei profitti dei potenti.

All’indomani della mobilitazione di tutti quegli studenti che hanno impedito l’ennesimo comizio elettorale fondato sulla legalità del più forte, l’UDU e i vari sodali del profitto hanno levato un coro di sdegno e insulti nei confronti di chi avrebbe messo a repentaglio la “libertà di parola”.

Viviamo in una società sommersa dalla cacofonia di un amalgama di pubblicità e propaganda il cui tono oscilla con schizofrenia fra l’ammaliante e il coercitivo. Parlare di diritto di espressione in questo mare di tweet, post, radiogiornali e tabloid significa soltanto riuscire a zittire le altre voci per far sentire meglio la propria. E’ quello che Caselli vorrebbe fare in Val Susa, zittendo a suon di denunce quei pensatori che si oppongono alla TAV, come Erri De Luca.

Finché è la parola del più forte a sovrastare all’interno della collettività, tutto sembra filare per verso giusto, ma non appena la claque dei potenti viene sommersa dai cori di protesta, le anime belle della legalità impallidiscono e gridano alla mancanza di libertà di espressione. E per uno spazio, Novoli, che è stato sottratto alla tribuna elettorale dei politicanti, altri cento fanno quadrato per dare asilo al re deposto. Così abbiamo giornali, siti internet e amministratori che rilanciano la sinistra voce di Caselli.

Ma per oggi noi ci accontentiamo che all’UDU sia stata data questa lezione sulla libertà di espressione: il diritto è un privilegio di chi detiene la forza. E per fortuna non sempre i gorilla dello Stato riescono a imporre la loro forza e il loro diritto.

da http://www.inventati.org/cortocircuito

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