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Migranti: fino ad ora 1.750 morti, 30 volte in più del 2014

Con oltre 1.750 decessi dall’inizio dell’anno, il bilancio di migranti morti mentre cercavano di attraversare il Mediterraneo risulta essere oltre 30 volte superiore a quello registrato nello stesso periodo dell’anno scorso (56 decessi al 21 aprile). Lo ha affermato oggi a Ginevra il portavoce dell’Organizzazione internazionale migrazioni (Oim).
Secondo una stima dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) il tasso di mortalità tra i richiedenti asilo e migranti che attraversano il Mediterraneo è drammaticamente salito: “nel 2014, il Mediterraneo era già emerso come la rotta piu’ mortale al mondo per i rifugiati ed i migranti con una media di un decesso su 50 tra le persone che hanno tentato di attraversarlo. Quest’anno, la media è finora di circa uno su 20. I numeri si stanno muovendo nella cattiva direzione”, ha detto il portavoce dell’Unhcr Adrian Edwards.
I morti segnalati solo ad aprile sono circa 1.300, un record per un solo mese, ha detto Edwards. Secondo l’organismo internazionale, nel 2015 si rischia di assistere alla morte di almeno 30.000 migranti nel Mediterraneo se il bilancio di questi primi quattro mesi verrà replicato da qui alla fine dell’anno. “L’Oim calcola che il bilancio dei morti è al momento oltre 30 volte quello registrato nello stesso periodo del 2014, quando i migranti morti sono stati solo 56 – ha detto il portavoce Joel Millman da Ginevra – ora l’Oim teme che il bilancio complessivo del 2014, di 3.279 migranti morti nel Mediterraneo, possa essere superato quest’anno nell’arco di poche settimane e che possa toccare i 30.000 morti entro la fine dell’anno, alla luce dell’attuale bilancio”. Un timore dovuto anche alla constatazione del fatto che i trafficanti di esseri umani stanno ammassando sempre più migranti sulle imbarcazioni, che risultato così a maggior rischio naufragio. Secondo Millman l’imbarcazione naufragata domenica scorsa con 800 persone a bordo, “lo scorso anno avrebbe portato 200 persone”. “Se c’è davvero carenza di imbarcazioni è così che faranno. Se è questo il caso, e pare sia così, c’è motivo di temere che il tasso di decessi possa aumentare in modo astronomico, perchè si stanno comportando così per trasportare le persone”, ha aggiunto. Il che smentisce chi, per bloccare l’esodo dei migranti ed evitare le sempre più ricorrenti stragi in mare, propone di bombardare e distruggere i barconi usati dagli scafisti nei porti di partenza.

Da parte sua, Volker Turk, direttore per la protezione internazionale dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), ha sottolineato come la maggior parte dei migranti che rischiano la vita nel Mediterraneo sono rifugiati: “Se si guardano i numeri dello scorso anno, oltre il 50% delle persone che ha attraversato il Mediterraneo era bisognosa di protezione internazionale. Perlopiù siriani, eritrei e somali”.

Dall’inizio dell’anno, più di 36mila richiedenti asilo e migranti sono giunti in Europa meridionale via mare. 

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