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Movimenti per la casa, nuovo sgombero a Roma

Il 29 maggio scorso alcuni attivisti dei movimenti per la casa di Roma sono stati sgomberati da un palazzo di proprietà della famiglia Caltagirone a piazza dei Navigatori, che era stato occupato il giorno precedente nell’ambito di una serie di iniziative per chiedere l’abolizione del Decreto Lupi che rappresenta una stretta senza precedenti nei confronti delle occupazioni abitative. “Chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza né l’allacciamento a pubblici servizi in relazione all’immobile medesimo e gli atti emessi in violazione di tale divieto sono nulli a tutti gli effetti di legge”, recita ad esempio l’articolo cinque del provvedimento contro il quale si sono scagliati in tutto il paese i vari movimenti di lotta per la casa, obbligando in alcuni casi le amministrazioni locali a soprassedere rispetto all’applicazione di alcune delle parti più odiose della normativa implementata dal governo Renzi. 

Gli occupanti di case non possono più chiedere la residenza e l’allacciamento alle forniture di acqua, gas ed energia elettrica. Inoltre chi occupa edifici residenziali pubblici viene cancellato per cinque anni dalle liste per l’assegnazione delle case popolari. Secondo varie stime nella capitale sarebbero circa 120 mila gli immobili dell’Ater – quindi di proprietà pubblica – che rimangono sfitti nonostante l’alto numero di famiglie alle prese con il problema della casa. A causa dell’alto tasso di disoccupazione e dell’aumento dell’entità degli affitti gli inquilini che non sono in grado di pagare la retta mensile sono sempre di più. Solo a Roma ogni anno si verificano circa 7000 sfratti mentre la quasi totalità delle 30 mila richieste di assegnazione di una casa popolare rimangono inevase.

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