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Puglia. Gli ulivicultori bloccano la ferrovia

Si alza di tono la lotta degli ulivicoltori salentini contro l’obbligo di espiantare migliaia di alberi e quindi perdere reddito e produzione.

Ieri un folto gruppo di agricoltori e attivisti solidali ha bloccato la ferrovia a San Pietro Vernotico, rpovocando l’ovvia paralisi dei collegamenti. La mattina, invece, con i trattori avevan bloccato gli accessi stradali a Torchiarolo, mentre i negozi abbassano le saracinesche per solidarietà. Come sempre, spropositati contingenti di “forze dell’ordine” seguono da vicino la mobilitazione di tutto un territorio.

La protesta prende di mira l’ordine di espianto, arrivato dall’Unione Europea come misura “necessaria” a fermare la diffusione della xylella, un parassita che fa seccare gli alberi attaccati. Queste misure vengono considerate eccessivamente drastiche (nessuna cura, solo espianto, anche degli ulivi sani ma “troppo vicini” a quelli malati) ed anche inutili.

La protesta è a tutto campo. Oltre alle iniziative di piazza, infatti, sono partiti decine di ricorsi miranti a bloccare le procedure di eradicazione. La data di svolta potrebbe essere il 18 di novembre, quando il Tar del Lazio deciderà se sospendere o no gli espianti su ricorso di una quarantina di ulivicultori di var comuni della zona interessata. Se dovesse essere nehativa, infatti, le ruspe riprenderanno a spianare i campi a ritmo accelerato e la protesta potrebbe infuocarsi.

Tra l’altro i Comuni – pressati di governo e Regione – sembrano ormai rassegnati, mentre il movimento di base si allarga.

Non basta. I 120 ulivi ubicati nel Gallipolino, zona dei primi focolai, considerati inguaribili, hanno ripreso tutti a vegetare dopo le sperimentazioni condotte sul campo dai ricercatori dell’università di Foggia. Per una verifica completa si dovrà aspettare primavera, ma giù ora, sugli alberi trattati, sono spuntate sia foglie che frutti.

Le sperimentazioni sono state condotte sugli ulivi malati appartenenti ad aziende di cinque comuni diversi: due aziende di Matino, una di Leverano, una di Sannicola, una di Presicce e una di Melendugno.

 

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