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I fascisti contro Pasolini. Con il benestare della polizia

Al parco letterario di via dell’Idroscalo, a Ostia, diventato tale perché teatro dell’omicidio di Pier Paolo Pasolini, ieri mattina il monumento che lo ricorda, realizzato da Mario Rosati, è stato danneggiato dai fascisti.

Sono passati 41 anni da quel 2 novembre. Ma i fascisti ci tengono a far sapere che la loro testa è impicciata da ragnatele liquami. QUindi, oltre a danneggiare la scultura, hanno lasciato uno striscione con su scritto “Pasolini, quale poeta? Era frocio e pedofilo”.

Con la firma: “militia”. Ovvero il gruppuscolo guidato da Maurizio Boccacci dopo lo scioglimento del Movimento Politico, nel 1993, ai termini della legge Mancino, per “ricostituzione del partito fascista”. Non sono affatto nuovi a certe provocazioni, sempre lasciate correre senza conseguenze. Un piccolo gruppetto di vigliacchi che sono ridotti a “pestare” una statua, per timore di trovarsi a reazioni umane più decise.

Hanno una sede ufficiale, cui il prefetto non ha previsto fin qui di inviare una motifica di chiusura, E un “capo” riconosciuto. Quindi questi fascisti agiscono con un permesso non ufficiale, ma effettivo. Sono liberi di provocare come meglio credono. Questo, sì, è ufficiale.

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