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Roma. Nuova mega-antenna a Ponte Mammolo

Nonostante il percorso “partecipativo” tentato da vari comitati locali, le false promesse dei politicanti di Comune e Municipio, i numerosi e inutili incontri fatti nei mesi scorsi, la mega-antenna dei 3 maggiori operatori telefonici alla stazione di Ponte Mammolo è stata, nottetempo, installata.

Già qualche mese fa abbiamo denunciato l’inutilità e la dannosità di quest’antenna, che si aggiunge alle numerose già presenti su tutto il territorio circostante, in particolare a Via Schopenhauer, Viale Galbani, Via Casal de Pazzi, Via Palombini, Via Feronia, Via Gemellaro, Via Galati, Via Bardanzellu e sullo stesso sito di Via Tiburtina altezza stazione metro B Ponte Mammolo, oltre l’elettrodotto da 150 KW che attraversa i nostri quartieri lungo la dorsale Viale Galbani-Via Palmiro Togliatti. Con l’innalzamento governativo dei limiti di emissione di tali antenne, questa nuova struttura arriva ad emettere fino a 61 V/m, dieci volte i valori attuali, con conseguenze estremamente nocive per la salute, e senza vantaggi significativi per l’utenza telefonica. La IARC (Agenzia Internazionale Ricerca sul Cancro, facente parte dell’OMS Organizzazione Mondiale della Sanità) ha classificato le radiofrequenze come “possibile cancerogeno per l’uomo” portandole in classe 2B. Ma la tendenza, viste le ultime ricerche in merito, è quella di portare i campi elettro magnetici in classe 1A, cioè “cancerogeno certo in quanto gli effetti all’esposizione a un campo elettromagnetico sono cumulativi nel corso degli anni”.

Il governo attuale, infatti, durante il semestre di presidenza italiana, ha presentato alla Commissione Europea due documenti: “Strategia Italiana per la Banda Ultralarga” e “Strategia Italiana per la crescita Digitale 2014-2020” attraverso i quali si appresta ad aumentare i limiti di emissione elettromagnetica per SRB dagli attuali 6 V/m (volt su metro) sino ai 61 V/m (cioè di 10 volte i valori attuali) con evidente grandissima preoccupazione per la popolazione e in violazione della Raccomandazione 1999/519/CE dell’Unione Europea e degli art.6 e 168 del “Trattato UE sulla Sanità” riguardo la limitazione della esposizione della popolazione ai c.e.m. Peraltro, il Comune di Roma ha approvato la Delibera CdR n.26 del 14/05/2015, riguardante il “Regolamento per la localizzazione, installazione e la modifica degli impianti di telefonia mobile” che, negli intenti, dovrebbe tutelare l’ambiente, minimizzare l’esposizione dei cittadini residenti ai campi elettromagnetici e monitorare i territori riguardo questo silente inquinante.

Le proposte dei comitati che si sono interessati alla vicenda , in merito, erano di sospendere l’iter di realizzazione della Stazione Radio Base; l’avvio di un registro delle sorgenti dei siti ove avviene irradiazione dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici e in genere di tutti gli impianti di telecomunicazione in radiofrequenza nel IV° Municipio; di attivare un “Osservatorio sull’inquinamento elettromagnetico” in IV° Municipio che faccia informazione, controinformazione e educazione ambientale contro questo pericoloso inquinante.

L’installazione dell’opera, nonostante le istanze di opposizione di numerosi comitati e le rassicurazioni della Commissione Urbanistica di Roma Capitale e della Commissione Ambiente del IV Municipio, è tuttaviaavvenuta senza battere ciglio, come d’altronde molte altre opere sulla Tiburtina, per cui la volontà del territorio viene completamente scavalcata da interessi economici e politici.

Come abbiamo più volte ribadito, e’ chiara la mancanza di volontà da parte delle amministrazioni, per convenienza o incapacità, di coinvolgere gli abitanti nelle scelte che ricadono sul proprio territorio e di risolvere in maniera incisiva le problematiche, di natura ambientale e non solo, di cui soffre il quadrante tiburtino. E non saranno certo delle fallaci promesse in sede di campagna elettorale a cambiare la rotta di un sistema già ben delineato, che riguarda le formazioni partitiche in maniera bipartisan.

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