Menu

Trieste: è arrivata una flotta atomica

Il giornale locale, a cura di un noto giornalista storico della testata erede della Guerra
Fredda, Claudio Erne’, non rasenta ma supera il limite del ridicolo, allo scopo di non fornire
alcuna informazione (trovate il link in fondo). Così cerco qui io, umilmente, di integrare.
La scorta normale per una nave militare USA in acque straniere consiste in unità di
superficie e di unità somergibili.
La norma è di fornire come scorta almeno due unità sommergibili, in caso di problemi.
Le due unità sommergibili non possno esser altro che sommergibili a propulsione nucleare
dotati di armamento atomico. Ciascuna nave è alimentata da un propulsore ad energia
nucleare di potenza confrontabile con quella di Krsko in Slovenia. La dotazione minima di
armamento nucleare è di una dozzina di vettori dotati ciascuno di varie dozzine di testate
nucleari ciascuna della potenza di una decina di Little Boy, la benedizione USA su
Hiroshima. Se avete una calcolatrice fatevi il conto totale in Kilotoni. Potete anche
sbaglliare di un ordine di grandezza: un minimo problema ai reattori navali e verremmo
comunque fritti da Rijeka in Quarnaro a Caorle nel Delta del Po. Il tutto è contenuto in un
siluro metallico di 200 metri di lunghezza per 10 di larghezza, il sommergibile appunto,
nessuna protezione. Fuori c’è solo il mare. Ho qui fatto una stima a spanna, ma non credo
di esser molto distante dai valori reali.

Questi arsenali viaggianti vanno fermati fuori Gibilterra (in attesa di fermarli per sempre: intanto vadano a farsi le guerre da un altra parte).
Per fermarli e mandarli via può essere d’aiuto un rifiuto al lavoro da parte degli operai
coinvolti, appoggiati dalla cittadinanza cosciente. Uno sciopero specifico e motivato, con
informazione che raggiunga la pubblica opinione, deve essere valutato come giusto
strumento di azione per chiedere lavoro pulito e sicuro all’Arsenale S. Marco, e non
manovalanza militare per un alleato straniero. Trieste deve tornare a costruire navi
mercantili e civili, e rifiutare il mercato militare e l’uso delle sue coste per minacciare e
colpire altre Nazioni e Popoli. Questi contenuti devono esser fatti propri da chi lavora per la
difesa del bene comune, in questo caso l’acqua di mare.

Per spiegare ai cittadini la situazione, il giornale locale “Il Piccolo” scrive:

“L´arrivo della “Robert Edwin Peary” a Trieste costituisce una novità e un momento di svolta
nei rapporti tra la Marina militare Usa e la Fincantieri. Erano infatti più di trent´anni che una
nave da guerra con la bandiera a stelle e strisce mancava dai nostri cantieri di riparazione.”

“… il bacino di carenaggio e la nave sono protetti da reti e ostruzioni simili a quelle che nel
Secondo conflitto mondiale, gli uomini dalla Decima Mas hanno dovuto affrontare a
Gibilterra, a Malta, ad Alessandria e nella baia di Suda, usando “barchini”, maiali” o
l´ardimento dei nuotatori “gamma”.”

http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2011/09/26/news/arsenale-bacino-blindato-per-la-nave-
militare-usa-1.837094

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *