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Maratona No Tav, occupata la sede Rai di Parigi

Doveva essere una giornata tranquilla ieri per il movimento No Tav. E invece sono numerose le iniziative, a partire dall’inizio ieri sera a Chiomonte della maratona di lettura del dossier del movimento No Tav «150 ragioni contro la Torino-Lione». Decine di attivisti si stanno alternando per 24 ore nella lettura di tutte le numerose argomentazioni di chi si oppone al progetto della nuova ferrovia ad alta velocità tra Torino e Lione, che sono state raccolte in una sessantina di pagine di testi. L’iniziativa è andata avanti per tutta la notte e continua a svolgersi vicino alla centrale idroelettrica di Chiomonte, all’imbocco della strada dell’Avanà che porta al fortino installato dalla Ltf e dalle forze di occupazione alla Maddalena. Le ragioni per dire no alla Torino-Lione sono state divise in tre grandi capitoli: per il tipo di progetto, per gli impatti dei cantieri e dei tunnel, per i problemi socio-economici.

Intanto i pacifista Turi Vaccaro ha fatto sapere che non rispetterà il foglio di via da Torino e dalla Val di Susa che gli è stato imposto lunedì dalle autorità di Polizia dopo le sue azioni di disturbo. «Sono stato invitato a Bussoleno venerdì. Ci andrò e pubblicamente disubbidirò al foglio di via. Lo strapperò o brucerò in pubblico, davanti alla Polizia. E se mi mettono in galera sono felice. È il posto giusto per un uomo giusto quando c’è un governo ingiusto. Uno resta libero anche in prigione». Lo ha detto lo stesso Turi Vaccaro intervistato durante la trasmissione la Zanzara su Radio 24. «Quel foglio è antidemocratico – ha spiegato – la Costituzione parla di diritto di libera circolazione sul territorio nazionale. Se loro dicono che sono pericoloso a Bussoleno perché non lo sono anche a Torino? Il problema è che a Bussoleno c’è qualcosa che non va bene. Non sono io che non vado bene».

Ma la notizia più interessante sul fronte delle iniziative di ieri viene da Parigi, anche se naturalmente la maggior parte dei media si sono ben guardati dal riportarla. Ieri pomeriggio una cinquantina di attivisti, italiani e francesi, sono infatti riusciti ad entrare all’interno  della sede Rai di Parigi, occupandola simbolicamente per protestare contro il modo in cui i principali media italiani, in particolare la Rai, stanno partecipando alla criminalizzazione del movimento no tav, senza mai dare spazio alle ragioni che portano decine di migliaia di persone, in Val di Susa e in tutto il paese, ad opporsi ad un’opera inutile, dannosa e costosissima.

Raccontano gli attivisti: “Una volta entrati abbiamo chiesto ed ottenuto che dal fax della sede Rai fosse diffuso un testo da noi prodotto, che riportiamo di seguito. L’azione segue di pochi giorni il presidio di sabato pomeriggio, in cui un centinaio di manifestanti No Tav si sono riuniti davanti al Centre Pompidou in solidarietà con il movimento No Tav italiano, dando vita anche ad un corteo che è arrivato fino a Place du Chatelet”.

Da Lione ad Atene, passando per Torino

Se siamo qui oggi non è perchè ci mancano le lotte di casa nostra ma perchè quella del NO TAV è una bella storia e, come si dice nel dialetto ibrido Italo-Francese delle valli “a fa piasì cuntela” (fa piacere raccontarla).

La storia inizia 20 anni fa con un poche centinaia di persone che iniziano ad organizzarsi per dire no ad un opera inutile e continua oggi con un popolo in lotta che, da ogni parte d’Italia, è capace di mettere in crisi i processi decisionali della politica istituzionale.

La storia no tav è la storia di un gruppetto di “irriducibili” che, grazie alla sua testardaggine e alla forza delle sue idee, diventa sempre più grande e vuole rovinare i piani messi in atto da governi sempre più dediti alla speculazione finanziaria e totalmente miopi verso le esigenze delle popolazioni.

Il popolo NO TAV, dal 2000 a oggi ha tante battaglie epiche da raccontare (come la liberazione di Venaus nel 2005, le manifestazioni con 70.000 persone che attraversano la valle,…) tante storie tristi (come quelle del suicidio/omicidio in carcere di Sole e Baleno, quelle del G8 di genova, quelle delle violenza delle ruspe e della polizia). 

I vecchi e le famiglie nei presidi possono raccontare come la valle abbia costruito un nuovo tipo di socialità e di democrazia reale che nessuno sgombero potrà ormai toglierle. Possono raccontare delle intersezioni e delle risonanze costruite nelle battaglie per i beni comuni (per l’acqua pubblica, contro il nucleare).

Il movimento NO TAV ha saputo uscire dalle valli e parlare all’Italia (e oggi vogliamo parlare anche alla Francia). E questo è successo perché il NO TAV parla di spreco di denaro pubblico, inserendolo nel dibattito attuale sul debito e sulla crisi finanziaria. Il TAV è il simbolo materiale del voler far pagare la crisi a chi sta in basso tutelando gli interessi delle élite e delle lobby. Il no alla tav è la risposta a quei ceti politici incapaci di rappresentare i nostri bisogni. É la reazione propositiva a chi, come in Italia, così in Grecia e in Francia ci parla a reti unificate di austerity e sacrifici, dicendoci che non ci sono alternative, che bisogna farli.

La nostra risposta alla logica della crisi è in queste equazioni, che certo non servono economisti per spiegare: 1cm di tav= 1 borsa di studio, 1m di tav= 1 scuola, 1Km= un ospedale, etc…

E se anche i governi, con la complicità dell’informazione e della magistratura cercano di fermarci vogliamo ribadire, anche da qui, che ormai non basta più.

Hanno provato con il giochetto di dividerci, di isolare i buoni dai cattivi, ma anche lì il movimento ha dimostrato la sua unità e la sua intelligenza nell’affermare che dietro ogni atto di resistenza ci siamo sempre stati tutti e sempre ci saremo!

Il popolo NO TAV continua ad andare avanti a testa alta. Con allegria, senza timore, con coraggio, senza paura, con forza, senza panico, non faremo un passo indietro.

Oggi occupiamo l’ufficio stampa RAI a Parigi per far giungere la nostra solidarietà a chi ormai da 8 giorni consecutivi è in mobilitazione perenne in Val Susa e in tutta Italia. Vogliamo segnalare che anche da questo lato delle Alpi sta iniziando a prendere voce il fronte del NO. Inoltre, qui come in Italia vogliamo denunciare ancora una volta il ruolo di parte dei media, che hanno scelto, in questa battaglia come in molte altre, di stare dalla parte degli interessi e della politica dei palazzi, partecipando attivamente ai meccanismi della criminalizzazione e della costruzione del terrorista.

No TAV Paris

Altre iniziative si sono svolte all’estero nelle scorse ore: martedì pomeriggio, nella Plaza Circular di Bilbao, nel Paese Basco, circa 50 persone hanno manifestato la loro solidarietà con la lotta dei No TAV in Val di Susa e in particolare con Luca Abbà, l’attivista rimasto gravemente ferito dopo un raid della polizia della scorsa settimana alla baita Clarea. Già sabato mattina si era svolta a Donostia, sempre nei Paesi Baschi, un’altra manifestazione di solidarietà col movimento italiano contro l’alta velocità: 50 persone avevano manifestato davanti alla locale stazione ferroviaria.

Sul fronte della repressione, ieri è stata diffusa la notizia che tra i venti denunciati per aver infranto i sigilli alla Baita Clarea e per aver infranto il divieto di accesso ai terreni considerati ‘area di interesse strategico nazionale’ ci sono anche gli operatori della troupe di Servizio Pubblico. In attesa che l’Ordine dei Giornalisti emetta un comunicato di denuncia della violazione della libertà di informazione analogo a quelli che si scagliavano contro la violenza dei manifestanti contro gli operatori dell’informazione, una buona notizia: Samuele Gullino, l’attivista astigiano arrestato il 26 gennaio durante la retata ordinata dalla procura di Torino è tornato in libertà anche se non completamente. “Samu” dopo oltre due settimane di carcere ad Asti, aveva già ottenuto gli arresti domiciliari e ieri  la misura è decaduta proseguendo però con l’obbligo di dimora a Castello d’Annone e l’obbligo di non uscire dalla provincia di Asti.


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