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Le città invivibili


Nella classifica sull’abitabilità Firenze è prima quanto a qualità dei servizi (edilizia popolare e verde pubblico in primis). La seguono Bologna (medaglia d’oro per trasporti e mobilità) e Torino (prima per attività e strutture del tempo libero). In fondo alla classifica ci sono Palermo, ultima per trasporti, e Napoli, bocciata per verde pubblico, tempo libero e trasporti . Roma, nella stagione di Alemanno e del centrodestra romano si ritrova ormai a competere con Palermo e Napoli per la qualità dei servizi offerti ai propri cittadini. “I cittadini percepiscono una correlazione diretta tra la qualità dei servizi e la diffusione delle iniziative di sussidiarietà”, ha affermato Paola Garrone, che ha curato lo studio e insegna Economia dei Servizi e delle Reti al Politecnico di Milano.

Sono i problemi della casa. dell’mbiente. I trasporti e la mobilità ed infine il tempo libero gli indicatori di maggiore o minore vivibilità.. La misura della qualità dei servizi passa proprio da queste quattro materie d’esame. Lo studio «Sussidiarietà e… città abitabile», condotto dal Politecnico di Milano per conto della Fondazione, ha preso in considerazione dodici grandi città: Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo e Genova. Quindi Bologna, Firenze, Bari, Catania, Venezia e Verona. Città sopra i 250 mila abitanti, rappresentano complessivamente il 15% della popolazione italiana totale. I cittadini intervistati bocciano trasversalmente la qualità dei servizi pubblici erogati: il 60% ritiene scarsi o insufficienti i servizi per l’edilizia popolare, percentuale che sale al 64 se si considera la soddisfazione per le iniziative messe in campo dai singoli comuni. Il secondo ambito più contestato è quello dei trasporti e della mobilità: bocciato dal 56% dei cittadini-campione per i quali tra qualità dei servizi e iniziative del comune non c’è differenza. Il 51% giudica scarsa o insufficiente la qualità dei servizi del verde pubblico (49% le iniziative del Comune), il 46% quella per la pulizia delle strade e del verde pubblico (42%). Va meglio alle attività e alle strutture del tempo libero bocciate dal 44% degli intervistati (46% se si considerano solo le attività municipali).

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