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Terremoto. Nuove scosse, la vita non riprende a scorrere

Si, perchè di terremoti, ben distinti, ormai si può parlare evento eccezionale mai registrato prima d’ora almeno da queste parti

Ultimo in ordine di tempo ieri alle ore 21.20 una forte scossa che ha squassato i già fragili nervi degli emiliani colpiti e messo nel panico anche milano e Padova dove i cittadini si sono riversati in strada.

Epicentro Novi di Modena. Magnitudo 5.1, profondità 9,2 chilometri.

Danni: nelle zone rosse, già devastate dal sisma si sono avuti crolli. … Crollata la Torre dell’Orologio di Novi gravemente deturpata dalle scosse precedenti,crolli anche a Concordia sulla Secchia e San Possidonio,per fortuna non ci sono feriti ma tanta ,tantissima , paura che ferisce l’anima di questa gente provata da un momento naturale cosi difficile per queste terre.

Oggi si celebra il lutto nazionale (un minuto di silenzio alle 9 e negozi chiusi fino alle 13), ci saranno i funerali delle prime vittime (alle 10 l’addio a don Ivan Martini ed Enzo Borghi. Daniela Salvioli sarà cremata), le genti di questa terra martoriata si stringeranno con il pensiero attorno alle famiglie delle vittime.

Un lutto che milioni di cittadini italiani avevano chiesto di rispettare il 2 giugno e boriosamente respinto dal presidente della Repubblica per la sua “vuota e retorica” visione dell’orgoglio nazionale che rappresenta ormai solo grigi burocrati.

 

Il parere dei geologi:

Terremoto, gli esperti: non è finita, la faglia si romperà ancora nei prossimi giorni

Elena Comelli

La terra continua a tremare, ma è inutile chiedersi per quanto. Potrebbe andare avanti anni, con terremoti altrettanto forti, oppure smettere nel giro di pochi giorni, nel senso che le scosse potrebbero farsi sempre più impercettibili, tanto da non essere più avvertite dalla popolazione.

Sui terremoti futuri si può parlare solo di probabilità e non di previsioni, ammoniscono gli esperti. Nella sequenza delle repliche, comunque, «non è escluso che possano avvenire altri forti terremoti», spiega Antonio Piersanti, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. In genere questo tipo di sequenze evolve con una diminuzione nel corso dei giorni del numero delle scosse e della loro energia, però ogni tanto si crea una nuova frattura, con un rilascio di energia notevole. Gli algoritmi previsionali applicati alle zone colpite indicano una probabilità superiore al 50% che possa verificarsi un terremoto superiore alla magnitudo 4 e di pochi punti percentuali che si vada oltre la magnitudo 5,5. «Ma è solo una probabilità, non una previsione», ammonisce Piersanti.

La faglia in questione è già stata individuata negli eventi sismici dei giorni scorsi: è una struttura lunga circa 40 chilometri, che in parte si è rotta con il terremoto del 20 maggio, in parte con scosse di magnitudo più bassa. L’Ingv prevede che la stessa faglia arriverà a nuove fratture nei prossimi giorni. «Nella maggior parte dei casi si tratterà di terremoti di magnitudo più piccola, ma non possiamo escludere che si verifichino scosse anche superiori a quella iniziale. È un’eventualità molto improbabile, però», aggiunge Piersanti.

La zona colpita sarà sempre la stessa, compresa tra Emilia Romagna e Veneto. «È una zona che si trova nell’area di confine fra due mega-placche, quella africana e quella euro-asiatica, che si spostano l’una contro l’altra. Il movimento di collisione fra queste due placche libera un’enorme energia, che noi percepiamo solo in minima parte, con i terremoti, quando le masse rocciose si fratturano», spiega Piersanti. In pratica, è come se la penisola italiana, compreso un pezzo dell’Adriatico, che in parte appartiene alla placca africana, s’incuneasse nell’arco alpino. Per questa ragione l’estremità settentrionale dell’Appennino, “sepolto” sotto i sedimenti del Po che sono andati a formare la Pianura Padana, spinge verso Nord e provoca ogni tanto delle fratture.

“La zona colpita in questi giorni resta comunque un’area a pericolosità sismica moderata, malgrado gli attuali disastri”, specifica Piersanti. Nella mappa di pericolosità sismica dell’Italia c’è ben di peggio. Un terremoto di magnitudo 6 come quello a cui stiamo assistendo rientra perfettamente nei parametri previsionali di cui dispongono i sismologi. Un terremoto di magnitudo 7 sarebbe un evento davvero sorprendente, tale da cambiare il grado di pericolosità della zona. Oppure anche tre terremoti di magnitudo 6 nell’arco di un secolo. Ma per adesso, malgrado le devastazioni, il sisma rientra nell’ambito della normalità.

 

da Il Sole 24 Ore

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