Menu

Taranto. L’Ilva continua a lavorare e ad inquinare

Sul fronte giudiziario, per quanto riguarda la chiusura dell’Ilva, ieri davanti al gip i dirigenti indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere mentre gli stabilimenti continuano a lavorare e ad inquinare nonostante i cosiddetti «sigilli virtuali». Ma in città cresce la voglia di mobilitarsi, anche se in forme e con contenuti assai diversi. Per questa sera la diocesi ha organizzato la “veglia della città per la città”, perché, scrive l’arcivescovo Filippo Santoro, c’è bisogno di «un cuore e un unico obiettivo per il bene di tutti». I segretari cittadini dei sindacati hanno subito accolto l’invito e ringraziato l’arcivescovo per «l’iniziativa meritoria». La fiaccolata inizierà alle venti e sarà seguita da un «momento di preghiera conclusiva e riflessione» nella parrocchia di San Francesco De Geronimo, nel rione Tamburi, il più esposto all’inquinamento dell’Ilva. Ma domani invece a scendere in piazza sarà il neocostituito “Comitato dei cittadini e lavoratori liberi e pensanti”. Il 30 luglio 2012 infatti si è costituito il comitato spontaneo e apartitico “ Cittadini e lavoratori liberi e pensanti”. “Abbiamo scelto questo nome perché crediamo che, mai come ora, sia necessario superare il conflitto ambiente/lavoro, che fino ad oggi ha visto gli operai contrapposti ai cittadini” dicono in una nota quelli del Comitato.

Il comitato nasce con questi obiettivi: tutela della salute e dell’ambiente, coniugata al reddito di cittadinanza e alla piena occupazione. Il comitato riunisce operai Ilva, lavoratori, disoccupati, precari, studenti, cittadini che d’ora in poi, per la prima volta insieme, pretendono di essere al centro di ogni decisione politica sul futuro della città di Taranto.

“Siamo uomini e donne stanchi di dover scegliere tra lavoro e salute. Imputiamo all’intera classe politica di essere stata complice del disastro ambientale e sociale che da cinquant’anni costringe la città di Taranto a dover svendere diritti in cambio del salario. Siamo stanchi di essere rappresentati da sindacalisti che invece di difendere i diritti dei lavoratori salvaguardano i profitti dell’azienda. Pretendiamo che chi ha generato questo dramma, lo Stato prima, la famiglia Riva poi, paghi per il disastro prodotto. Non vogliamo più pagare con le nostre vite e con i nostri corpi le conseguenze di una crisi ambientale, economica e sociale di cui si conoscono i colpevoli”.
Il 2 agosto saremo in piazza non per contestare la decisione della magistratura, né tanto meno per difendere gli interessi della proprietà e le posizioni dei sindacati, ma per reclamare il rispetto di diritti fondamentali fino ad oggi calpestati.
Invitiamo tutti coloro che considerano una vergogna il ricatto occupazionale a cui siamo stati costretti fino ad oggi e che vogliono immaginare e costruire insieme un’altra idea di città, a scendere per strada e a sfilare dietro il nostro striscione: “Sì ai diritti, No ai ricatti: Salute, Ambiente, Reddito, Occupazione”.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *