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Campania. Il Biocidio va in prescrizione

La Procura di Napoli chiede il proscioglimento di Antonio Bassolino per avvenuta prescrizione. Stessa richiesta per gli altri esponenti del commissariato per l’emergenza rifiuti, vale a dire Vanoli, Facchi, Acampora, al termine della requisitoria tenuta dal pm Paolo Sirleo. Quattro anni dopo l’apertura del processo chiamato “ecoballe”, la Procura non può fare altro che affidarsi alla matematica: sono trascorsi più di nove anni rispetto alle dimissioni di Bassolino dal commissariato antirifiuti, quanto basta a chiedere il proscioglimento per le accuse di truffa, abuso d’ufficio e falsoSpiegano i legali di Bassolino Giuseppe Fusco e Massimo Krogh: una richiesta di prescrizione che non ci soddisfa, non abbiamo mai chiesto rinvii delle udienze, abbiamo rinunciato persino al 60 per cento dei nostri testi. Le risultanze del dibattimento lasciavano presagire una assoluzione nel merito.

Chieste condanne invece per i vertici del gruppo Impregilo.

In realtà le vere risultanti di questa istruttoria sono un altro tassello della lunga opera di demistificazione e di occultamento delle palesi responsabilità – bipartizan – che per oltre un ventennio hanno coperto una colossale operazione di devastazione dell’eco sistema in Campania.

Esiste, infatti, un filo unico che tiene assieme l’affaire/rifiuti, l’uso antisociale della crisi del ciclo di raccolta e smaltimento, il caso dell’inceneritore di Acerra e il complesso delle politiche che hanno avallato il vero e proprio Biocidio che sta sconvolgendo il territorio e tutte le forme di vita nelle nostra regione.

Di questi crimini poco si è parlato nelle aule dei tribunali e nelle mole dei processi che pure si sono succeduti in questi anni.

Di queste cose è possibile trovare riscontro oggettivo nei dati inquietanti dell’inquinamento del suolo, dell’aria e delle acque.

Di queste cose è possibile avere conferma scorrendo le statistiche delle patologie oncologiche che stanno falciando migliaia di vite umane.

Ancora una volta, quindi, la verità e la giustizia albergano fuori dai tribunali e potranno essere ristabilite solo da un rinnovato protagonismo sociale che sappia affermare nella società il punto di vista di chi è stato espropriato ed avvelenato da uomini e strutture sicuramente criminali ma, in ogni caso, rispondenti ai dispositivi di comando e valorizzazione del sistema sociale dominante.

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