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Retata contro i No Tav: “sono terroristi”

Attentato per finalità terroristiche ed eversione. E’ l’assurda accusa mossa dai pm torinesi a numerosi attivisti No Tav dopo l’assedio al fortino di Maddalena di Chiomonte dello scorso 10 luglio, quindi durante la mobilitazione precedente a quella della notte del 19, sfociata quest’ultima in una imboscata delle forze di sicurezza  saldatasi con numerosi arresti e denunce.

La procura di Torino questa mattina ha disposto numerose perquisizioni della Digos nelle abitazioni di 12 persone attive nel movimento No tav sia in Val Susa che nel capoluogo piemontese, ed in particolare appartenenti al Comitato di Lotta Popolare. Nel corso dell’operazione di polizia sono stati perquisiti anche i locali dell’Osteria “La Credenza” di Bussoleno.

E’ la prima volta che, incredibilmente, ad attivisti contrari alla linea ad Alta Velocità tra Torino e Lione viene contestata la violazione dell’articolo 280 comma 1 n.3 cp e 10 e 121. 497/74, con l’accusa di attentato per “finalità terroristiche” o “di eversione” in riferimento al lancio contro il fortino-cantiere di sassi, petardi o bengala durante la serata e la nottata del 10 luglio. Durante le perquisizioni a Torino e in Val Susa, ordinate dai pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo, gli agenti della Digos hanno sequestrato alcuni personal computer e telefoni cellulari. E niente altro.

La retata di stamattina e l’esagerata entità delle accuse rivolte agli attivisti oggetto delle attenzioni della Procura di Torino cozza fortemente con la decisione di pochi giorni fa di scarcerare tutti i manifestanti arrestati la notte del 19 luglio – a tutti comunque sono stati imposti gli arresti domiciliari o l’obbligo di firma – nonché la partecipazione sabato di migliaia di persone alla marcia dei sindaci contrari alla devastazione della Valsusa, a dimostrazione del carattere popolare, trasversale e di massa del movimento che ormai da vent’anni si oppone ad una grande opera inutile, costosa e dannosa. 

Intanto questa mattina numerose camionette cariche di poliziotti e carabinieri sono state avvistate dagli attivisti a pochi metri di distanza dal campeggio No Tav in corso a Venaus, in Val di Susa, e poi si sono allontanate senza intervenire. Per le 16 di oggi il Movimento No Tav ha convocato una conferenza stampa presso la sede della Comunità Montana di Bussoleno, alla quale parteciperanno anche alcuni sindaci e parlamentari.  “Sarà un momento comune in cui tutto il movimento nelle sue varie parti proverà a dare una prima risposta ai gravi fatti accaduti questa mattina in valle di Susa – si legge nella nota che annuncia la conferenza stampa – il movimento, la sua parte popolare, rilancerà le mobilitazioni e la lotta mentre i sindaci dopo aver chiesto con un documento firmato da oltre 20 comuni un tavolo serio, politico in cui si discuta l’opzione zero e cioé l’utilità dell’opera e lo stop ai lavori appena pochi giorni fa chiederanno conto di questa risposta”. “Da un alto si chiedono discussioni politiche e come risposta arrivano perquisizioni con l’accusa di terrorismo. – prosegue la nota – accuse a dir poco folli che vogliono piegare una lotta popolare, partecipata e pacifica su piani mediatici e militari in cui il terrore e il terrorismo vengono usati per fare paura all’opinione pubblica e portare peso e senso in un’opera e in un cantiere che senso e peso politico ne perde ogni giorno di più”. 

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Il comunicato pubblicato su NoTav.Info

Se il buongiorno si vede dal mattino…

ORA TIRANO FUORI “TERRORISMO E EVERSIONE”!

Decine di perquisizioni sono in corso da questa mattina in Val Susa e a Torino ai danni di divers* compagn* del Comitato di Lotta Popolare. Perquisiti anche i locali dell’Osteria La Credenza di Bussoleno. Un luogo di ritrovo e aggregazione conosciuto e frequentato da centinaia di persone (notav e non solo) viene di fatto additato come luogo di oscure trame… Perché l’articolo indicato nei mandati che accompagnano l’ennesima “operazione” targata Padalino & co. sono il 280 comma 1 n.3 cp e 10 e 121. 497/74, quello che indica “l’attentato con finalità terroristica e di eversione”

I reati contestati farebbero riferimento alla sera del 10 luglio, quando, tra molte altre iniziative, si verificò anche un’iniziativa al cantiere di Chiomonte, con taglio di reti.

Nei mandati si legge la volontà di ritrovare nelle case degli indagati [citiamo a braccio] “materiale esplosivo, contundente, atto al taglio di recinzioni e supporti audio-visivi e digitali che permettano il riconoscimento di eventuali complici”. Come al solito sono stati sequestrati compiuter e altri dispositivi tecnologici di comunicazione. Così commenta ironico uno dei compagni perquisiti: “cercavano armi, si son presi computer e I-Phone”…

Ma aldilà delle battute, si profila un salto di qualità nell’operato dei Pm con l’elmetto. Non fanno arresti o misure disciplinari ma, quatti quatti, iniziano a far trapelare la possibilità di nuove maxi-inchieste con imputazioni gravissime che, anche in assenza di prove, possono permettere lunghe detenzioni cautelari. Evidentemnte, non gli basta la figura di merda fatta con gli arresti della scorsa settimana (già tradotti ai domiciliari) e continuano a puntare in alto, verso la madre di tutte le imputazioni che Magistrati di questo calibro sognano proprinare alle lotte sociali e ai movimenti, specie quando questi non abbassano la testa!

Questo ennesimo atto intimidatorio – vera e propria provocazione – non deve lasciarci indifferenti e necessita una risposta determinata e corale del movimento, in difesa di quest* compagn* e di un luogo di aggregazione che è di tutti i Notav…

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