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In migliaia alla marcia nella Terra della Morte

Per dire no agli inceneritori e sì alle bonifiche. Ieri pomeriggio da Aversa (CE) è partito il corteo regionale contro la costruzione dell’inceneritore a Giugliano così come altrove e per sostenere le bonifiche e lo stop ai roghi tossici. Il corteo si è articolato lungo l’asse viario che collega Aversa alla città di Giugliano, fino ad arrivare nel suo cuore cittadino.
I comitati organizzatori hanno sottolineato come esso volesse unire materialmente e simbolicamente le proteste e le lotte di tutti i territori campani devastati dal saccheggio consumatosi negli ultimi anni ai danni dell’ambiente e delle popolazioni: Aversa e Giugliano, due luoghi simbolo di tale scempio.
Nonostante i circa otto km di tragitto, nonostante la pioggia che ha accompagnato i manifestanti per lunghi tratti, il corteo è cresciuto progressivamente con la partecipazione di altre realtà in lotta e semplici cittadini, fino ad arrivare nel cuore di Giugliano in migliaia e migliaia di persone.
Il documento unitario letto dal palco ha ribadito la richiesta di revoca del bando dell’inceneritore, lo stop immediato dei roghi tossici, le bonifiche controllate dal basso, una commissione internazionale di medici, scienziati, tecnici e cittadini che caratterizzi le milioni di tonnellate di balle di rifiuti sparse sul territorio campano per poi elaborare la migliore soluzione compatibile sul piano ambientale e con la tutela della salute.

Lo scorso 7 ottobre al Consiglio Regionale della Campania è stata firmata una “dichiarazione di impegno” a sospendere il bando di gara al fine di consentire accertamenti più ampi su possibili alternative. Il bando, però, resta in piedi e di fatto non risulta nemmeno sospeso.
Per questi motivi, i comitati impegnati su questo fronte, con la solidarietà di tutti gli altri comitati ambientalisti campani, si troveranno lunedì mattina – giorno di apertura delle buste contenenti le offerte – fuori dalla sede napoletana del Commissariato straordinario che ha emanato il bando, per assediare il Palazzo e far sentire la propria presenza asfissiante sui “decisori”. 

Ieri sera, infine, è stata lanciata la proposta di costituire una rete regionale che abbia come punti centrali il no fermo agli inceneritori ed il sostegno attivo delle bonifiche.

Se i numeri sono stati a volte superiori nulla si può eccepire sulla lunga marcia contro la costruzione dell’inceneritore di Giugliano in Campania ultima tappa, finora, di una lotta che dà parecchio da riflettere alla sinistra di classe. Il lungo percorso ben 8 km non ha scoraggiato i resistenti sociali che sotto la pioggia hanno attraversato i territori controllati dai clan politico-camorristi tra le province di Napoli e Caserta e da Aversa hanno raggiunto Giugliano in migliaia ingrossando un lungo serpentone che ha bloccato l’Appia per ben 4 ore. Invettive, denunce, slogan e parole d’ordine per continuare la lotta, chiedere alle popolazioni di scendere in piazza, urlare la propria rabbia contro il biocidio e i silenzi che ovattano l’enorme contaminazione che , ormai conclamata, non riceve risposte se non ulteriori promesse di bonifiche generiche, hanno caratterizzato la manifestazione.  Un corteo particolare dove i comitati contro l’inceneritore che, ormai stanno nascendo dovunque, (Giugliano, Qualiano, Marano,Melito, Aversa) si sono mischiati agli operai Alenia e Indesit, ai disoccupati di Banchi Nuovi, ai semplici cittadini, ai gruppi cattolici di base, ai migranti venuti da Caserta, agli scout, ai sindacati di base, alle mamme coraggiose e a tutti coloro che si sentono impegnati in questa battaglia che avrà un suo passaggio il 14 ottobre con l’assedio alla Regione. Nè la pioggia quindi , nè le voci di corridoio che dicevano che Caldoro avesse sospeso la procedura della gara hanno demotivato una mobilitazione che dura da due mesi e che spesso ricorda le lotte passate di Acerra, Scanzano quelle NoGAS di Capua, quelle contro i roghi continui dal 2007 senza dimenticare la No Tav, il No MUOS, la lotta contro la bretella di Latina e la crisi economica.  Momenti di lotta popolare che saranno rappresentati anche nelle due giornate del 18 e 19 ottobre a Roma.

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