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Firenze. Cosa c’è dietro l’inceneritore di Case Passerini

La piana fiorentina ha visto, negli ultimi vent’anni, un’ingente sviluppo urbanistico che ha completamente stravolto il proprio assetto territoriale. L’immediata periferia cittadina era interessata da una vasta zona d’interesse ambientale, come testimonia l’oasi di Focognano, posta appena accanto al sito individuato per la costruzione dell’inceneritore, che con un complesso di cinque laghi rappresenta l’ultimo baluardo di bellezza naturalistica nella periferia a nord della città. Tuttavia, com’è risultato palese negli anni, questa è parsa anche la zona più naturale per l’espansione urbanistica e investimenti di capitale. Sono un esempio di questo l’area di castello, posta poi sotto sequestro, il polo scientifico di sesto fiorentino, centri commerciali nati come funghi (Gigli, Ikea, Ipercoop) e poi ancora vasti complessi di appartamenti per la gioia di ingordi palazzinari. In questo contesto va inserito anche il progetto dell’inceneritore di case passerini.

Il gruppo Hera, che gioca un ruolo fondamentale nella progettazione dell’inceneritore, in un rapporto intitolato “inquadramento territoriale e urbanistico” presentato lo scorso Febbraio, non esita a sostenere che “risulta dunque evidente che il territorio in cui viene a collocarsi è fortemente antropizzato, caratterizzato non solo e non tanto da numerosi e densi insediamenti a carattere residenziale, quanto piuttosto da infrastrutture, servizi ed aree di espansione urbana specializzata, commerciale e produttiva”. E così l’azienda, come altre imprese prima di lei, ha individuato la piana come lo spazio adatto per nuovi investimenti di capitale. Il gruppo Hera nasce all’inizio degli anni duemila. Dal 2007 comincia l’epoca d’oro del gruppo, che costruisce 5 inceneritori, uno all’anno, tutti in Emilia Romagna: nel 2007 a Ferrara, 2008 a Forlì, 2009 a Modena, 2010 a Rimini, 2011 a Parma, quest’ultimo attualmente ancora in costruzione. Questi sono stati oggetto di forte dibattito e contesa, tra il gruppo, che si vantava di avere dati sulle emissioni tra i migliori d’Europa, e comitati ambientalisti, che, attraverso studi indipendenti, hanno dimostrato come le emissioni hanno inquinato terreni agricoli e siano finiti così nella catena alimentare. A questo punto, dopo aver affumicato mezza Romagna, Hera volge il suo sguardo a Sud degli appennini. Un’azienda dunque in forte crescita, che basa la sua forza su continui investimenti e su un’espansione regolare, come del resto qualsiasi multinazionale o impresa che punti ad affermarsi nel sistema capitalistico.

Il gruppo Hera è il socio privato della società di scopo Q.tHermo. Questa nasce nel 2012, quando la Quadrifoglio, come si legge a pag.32 del “bilancio di sostenibilità del 2012” consultabile direttamente sul sito dell’azienda, fa un investimento di circa 2 milioni di euro per la costituzione del 60% del capitale della Q.tHermo. La Qudrifoglio è un’azienda a capitale completamente pubblico, i cui soci sono 12 comuni dell’area metropolitana fiorentina e di cui il commune di Firenze detiene la quota di maggioranza dell’82% circa. Ciò non le impedisce di fare i suoi investimenti in direzione diametralmente opposta al parere dei cittadini dei comuni soci: a Campi Bisenzio, ad esempio, ha stravinto al referendum consultativo il no all’inceneritore, ma a tale risultato Renzi, il più antico sostenitore dell’opera, tanto che già da presidente della provincia era promotore di campagne pubblicitarie faziose, ha celermente ribadito che l’inceneritore si farà (e implicitamente che il parare dei cittadini non conta niente!).

Il 40% privato della Q.tHermo, invece, lo detiene la “società ambiente toscana s.r.l”, società veicolo costituita esclusivamente per accapararsi il progetto dell’inceneritore, tanto che questa è completamente controllata dal gruppo Hera (precisamente il 95% dal gruppo Hera, il 5% dal gruppo Herambiente, che comunque è sempre Hera!). In sintesi, la Q.tHermo è una società di scopo atta alla progettazione, costruzione e gestione dell’inceneritore alle porte di Firenze. Questa è a capitale misto pubblico/privato, in cui la parte pubblica deriva direttamente dai bilanci comunali attraverso la Quadrifoglio, mentre quella privata da un’azienda in forte crescita e in cerca di continui investimenti, con un curriculum di nocività prodotte da fare invidia alle multazionali del tabacco.

da http://www.inventati.org/cortocircuito/

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1 Commento


  • Tommaso

    Il termovalorizzatore di Parma è stato progettato e realizzato IREN Ambiente e non da Hera

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