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Terra dei fuochi. Presidio il 23 davanti a Confindustria

Il disastro ambientale in Campania, causato dallo sversamento illegale dei rifiuti industriali tossici, sta provocando migliaia di casi di tumore e proietta la sua minaccia di morte sulle future generazioni .

Non è stata una calamità naturale ma un disegno criminogeno architettato e pianificato da persone senza scrupoli di cui si conoscono nomi e cognomi.

Il “sistema” è composto da numerosi imprenditori, dalla P2 di Licio Gelli, dalla criminalità organizzata (camorra dei casalesi), dai partiti al potere, con la complicità degli organi preposti ai controlli ,enti locali ed amministratori sino alle più alte cariche dello stato che hanno secretato per decenni le rivelazioni dei pentiti .

Ma tra tutti i responsabili, uno lo è più di tutti perché è stato il mandante, l’ideatore del disegno criminoso ed il maggiore beneficiario del profitto che tale crimine ha prodotto. Si tratta di importanti pezzi della grande industria di questo paese che ,come a Taranto per l’Ilva , a Torino per la Thyssen Krupp,a Casale Monferrato per l’Eternit , non ha esitato a mettere a rischio la vita di intere popolazioni pur di risparmiare sui sistemi di sicurezza e garanzia per la salute . Nelle 82 inchieste di questi ultimi anni sulle “ecomafie” (Adelphi,Ecoboss, Cassiopea,Chernobyl, Caronte ,etc..) compaiono i nomi di ben 443 industrie,per lo più del Nord, accanto ai ben noti criminali dei clan nostrani.

Questa verità si sta sottacendo da troppo tempo da parte di tanti perché implicherebbe una serie di conseguenze d’immagine su interi settori dell’imprenditoria responsabili di anni ed anni di spregiudicata alleanza con la peggiore criminalità campana . I manager di tali imprese non si sono mai pentiti ma anzi siedono nel salotto buono della nostra società .

La concentrazione sui pur gravi “effetti” provocati dal disastro ambientale ed il desiderio di partecipare a tavoli tecnici istituzionali, hanno spostato l’attenzione e fatto da velo al problema della “causa”, rischiando di provocare un’ assoluzione per oblio, omertà o peggio per un ipocrita calcolo di convenienza

La Campania ha invece bisogno di un processo radicale di verità e giustizia,una nuova Norimberga ,per evitare altri disastri e specialmente che gli stessi responsabili dell’immane tragedia vadano a gestire il grande affare delle bonifiche .

Le organizzazioni che sottoscrivono questo documento fanno appello a tutte le realtà che combattono il fenomeno dell’ecomafia affinché Confindustria prenda posizione ,dichiarando l’espulsione degli imprenditori coinvolti nei processi sui traffici dei rifiuti,così come già accaduto per quelli risultati rei di associazione mafiosa . In caso contrario L’organizzazione degli imprenditori è da considerarsi dichiaratamente complice e quindi incompatibile con il contesto democratico.

Esse inoltre lottano per un adeguamento della legislazione sui reati ambientali , assimilandoli a quelli di stampo mafioso, abolendone i limiti di prescrizione ,poiché tali atti criminali ,come l’omicidio, sono lesivi dell’integrità fisica delle popolazioni colpite.

Per gli ammalati ed i morti di tumore bisogna avere giustizia e risarcimenti, se siamo un paese civile!! Il Giorno 23 Gennaio ore 10 presso la sede di Confindustria Piazza dei Martiri – Napoli –

Presidio per Verità e Giustizia sulle Ecomafie “

USB /Salute Ambiente – Medicina Democratica –  Ross@

 

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