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Fermare lo “Sblocca-Italia”: la seconda assemblea rilancia la lotta

Si è tenuta ieri, nel comune di Montesano sulla Marcellana, piccolo centro del Vallo di Diano – peraltro interessato dalla costruzione, a pochi metri dall’abitato, di una centrale elettrica della Terna – la seconda assemblea delle realtà centro-meridionali che si stanno mobilitando per dar vita ad un movimento che unifichi, pur nella loro molteplicità e specificità, le varie vertenze in materia ambientale e scaturite dall’emanazione dello “Sblocca-Italia” (Legge n. 164/2014). 

Dopo il primo incontro tenutosi a Napoli il 7 dicembre, a distanza di un mese dalla manifestazione tenutasi a Bagnoli, e dopo l’importante corteo del 3 gennaio contro le trivellazioni a Gesualdo, ieri decine e decine di realtà associative e comitati sono intervenuti in una lunga e densa giornata, ricca di contenuti e proposte. 

Ha aperto la giornata di lavori un saluto di un ex-operaio dell’Isochimica di Avellino, ricordando tutti i morti per amianto, l’ultimo dei quali era proprio un suo collega in quella fabbrica maledetta, morto appena due giorni prima, Carmelo Iacobelli, al quale è stato dedicato un minuto di silenzio, così come a tutte le altre vittime dell’amianto. 

Alcuni iniziali interventi da parte dei compagni di Iskra e dell’Assise Cittadina per Bagnoli hanno inquadrato in termini generali la sfida posta dallo “Sblocca-Italia”, le sue rotture con l’ordinaria procedura legislativa, ma anche le possibilità che esso offre in termini di unificazione delle lotte in un unico quadro complessivo. Erano presenti i No Triv della Basilicata (che hanno proposto una commissione nazionale sulla “Strategia Energetica Nazionale”), dell’Irpinia (che si sono fatti promotori della proposta di un referendum abrogativo), varie realtà campane, tra cui anche associazioni a sostegno di un’altra agricoltura non industriale e che restituisca la terra ai contadini, sottraendola alle logiche della espropriazione funzionale alle grandi opere ed agli impianti ad alto impatto ambientale previsti dallo “Sblocca-Italia”. Da Bisaccia (AV) è pervenuto un contributo contro l’installazione delle pale eoliche selvagge; un rappresentante del Codacons locale ha evidenziato come il sistema di potere cilentano sia tutto articolato attorno al PD e che pertanto la critica feroce ad esso non va dismessa anche quando qualche singolo amministratore locale opera in maniera difforme dalla dirigenza nazionale. Interventi anche da Brindisi sul problema delle centrali a carbone, dalla lotta dell’Irisbus, dal Coordinamento per l’acqua pubblica, dagli studenti flegrei che hanno posto l’attenzione sul livello inaudito di repressione che si sta vivendo nelle scuole, con i dirigenti scolastici che soffocano anche con le denunce ogni voce di dissenso; dal Comitato NO Inceneritore di Giugliano, che ha sottolineato la particolarità della questione locale: da un lato il commissario straordinario alla costruzione dell’inceneritore, che bypassa del tutto ogni forma e luogo di potere decisionale locale, anticipando la logica stessa dello “Sblocca-Italia”, dall’altra interessato indirettamente dallo stesso, potendo in futuro l’eventuale inceneritore entrare a far parte della “rete nazionale degli inceneritori” prevista dalla legge, che prevede il conferimento dei rifiuti anche dal di fuori del perimetro provinciale; dalla Rete Salute e Ambiente, che ha invitato ad unificare tutte le vertenze su scala nazionale, sottolineando con forza come l’autonomia e l’indipendenza delle mobilitazioni dal basso debbano essere un principio ed una pratica imprescindibili, anche qualora le amministrazioni locali dovessero dichiararsi vicine alle lotte della popolazione.
Criterio condiviso da tutti i presenti, sottolineato anche dai compagni romani di Abitare nella crisi, e ciò anche alla luce della presenza di alcune figure istituzionali nell’assemblea, come il Sindaco di Montesano, il presidente della Comunità Montana locale e il Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, il quale, intervenendo, ha sottolineato come lo “Sblocca-Italia” sia un atto violento, al contrario di chi gli si oppone, e come ci sia un unico disegno di aggressione al territorio (messa a profitto, cementificazione, procedure straordinarie come i commissariamenti e lo stesso “Sblocca-Italia”), lanciando un appello a tutti i sindaci e gli amministratori locali contrari a queste logiche ed allo “Sblocca-Italia” ad unire le forze in un unico coordinamento, augurandosi una grande mobilitazione popolare ed una convivenza di lotta tra movimenti e istituzioni che si pongano su tale versante critico. Acqua, terra, casa e lavoro le parole chiave da cui ripartire, secondo il Sindaco di Napoli.

Poi ancora, sono intervenuti il Comitato NO Inceneritore di Salerno, un rappresentante dell’associazione Italia Nostra; infine, alcuni interventi di compagni di SEL e del PRC hanno chiuso la mattinata di assemblea plenaria.

Nel pomeriggio si sono tenuti alcuni tavoli tematici da cui verranno formulate più precisamente singole proposte politiche ed operative per dar vita ad un coordinamento più articolato ed efficace, che possa alimentare la costruzione di un vero e proprio movimento nazionale contro lo “Sblocca-Italia”. Di fatti, tra gli obiettivi c’è quello di un progressivo coinvolgimento anche delle realtà settentrionali interessate da questa norma e che si battono in materia di difesa della salute e dell’ambiente, per riuscire a creare una connessione salda tra tali lotte in un unico quadro di mobilitazione nazionale coordinato. L’obiettivo sarà quello, già espresso nella prima assemblea, di organizzare un’assemblea nazionale che porti ad una manifestazione nazionale per bloccare lo “Sblocca-Italia”.

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