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Il Tar della Sicilia blocca il Muos

Finalmente una buona notizia, per quanto parziale e momentanea, da uno dei tanti fronti di lotta contro le devastazioni ambientali e la militarizzazione dei territori.

Questa mattina i giudici della prima sezione del Tar di Palermo hanno informato di aver accolto i ricorsi presentati dal comitato regionale di Legambiente e del comitato No Muos contro la realizzazione del Muos, il sistema di comunicazioni satellitari della marina statunitense ormai a buon punto nel territorio di Niscemi, in Sicilia. I magistrati del tribunale regionale hanno accolto i ricorsi ritenendo il sistema pericoloso per la salute dei cittadini che vivono intorno alle mastodontiche installazioni. La sezione del Tar siciliano presieduta da Caterina Criscenti ha pubblicato oggi il dispositivo che origina dall’esame congiunto di cinque diversi ricorsi, presentati nel corso degli ultimi cinque anni. Si tratta dei ricorsi con cui il Comune di Niscemi aveva chiesto l’azzeramento delle autorizzazioni rilasciate oltre tre anni fa dalla Regione per la costruzione dell’impianto satellitare (dichiarato improcedibile), quello del ministero della Difesa contro la revoca delle autorizzazioni e la sospensione dei lavori voluta dalla Regione lo scorso 29 marzo 2013 e il conseguente risarcimento (rigettati dal Tar), quelli di Legambiente e dell’associazione No Muos Sicilia, in cui si chiedeva l’annullamento del provvedimento del 24 luglio 2013, con il quale la Regione revocava i provvedimenti di revoca (la contestatissima retromarcia del governatore Crocetta) delle autorizzazioni ambientali del 29 marzo 2013, e che sono stati invece accolti. Il tribunale ritiene che le installazioni statunitensi siano pericolose per la salute pubblica perché superano la soglia di attenzione fissata per legge delle emissioni elettromagnetiche.

Nella sentenza si legge che lo “studio dell’Istituto Superiore di Sanità costituisce un documento non condiviso da tutti i professionisti che hanno composto il gruppo di lavoro e – fatto ancor più significativo – risulta non condiviso proprio dai componenti designati dalla Regione siciliana, Mario Palermo e Massimo Zucchetti”. I due esperti, con una loro autonoma relazione allegata allo studio Iss, evidenziavano che rimangono aperte le valutazioni predittive in campo vicino, per le quali la stessa relazione principale dell’Iss dà atto trattarsi di un campo molto esteso vista la dimensione delle antenne e di non avere a riguardo informazioni specifiche. Inoltre, non sarebbe stata ben indagata nello studio Iss neppure la reale dimensione del rischio alla salute”.
I giudici amministrativi prendono in considerazione l’analisi sulla pericolosità del Muos condotta dal professor Marcello D’Amore, verificatore nominato dal Tar dopo il ricorso del Comune di Niscemi, e riconvocato il 16 aprile 2014 «con lo specifico compito – spiegano i magistrati – di integrare la precedente verificazione, estendendola allo studio dell’Istituto superiore di Sanità e alle osservazioni critiche dei due esperti Mario Palermo e Massimo Zucchetti». Secondo i magistrati, «l’Iss si è basato su procedure di calcolo semplificate che non forniscono accettabili indicazioni nell’ottica del caso peggiore. Il verificatore afferma che le problematiche riguardanti la mappa del campo elettromagnetico irradiato dalle parabole satellitari del Muos in asse, fuori asse e in particolare in prossimità del terreno, il livello del campo elettromagnetico irradiato dalle antenne della base Nrtf nel breve e nel lungo periodo, i possibili effetti causati dall’interazione di aeromobili con il fascio del Muos sono trattate rispettivamente dall’Iss, dall’Ispra e dall’Enav in maniera non esaustiva e come tale suscettibile di ulteriori doverosi approfondimenti».
L’impianto, in corso di realizzazione da parte della Marina militare statunitense, inizialmente è stato avversato anche dal presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, che aveva inizialmente sospeso i lavori, in attesa di un’analisi da parte dell’Iss. Quando l’Iss ha dato parere favorevole all’opera la Regione aveva concesso di nuovo l’autorizzazione all’impianto fra le proteste dei comitati No Muos e di molti elettori dello stesso Crocetta e del Pd.

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