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Veneto: nuove speculazioni su acqua e ghiaia

Mentre al Brennero ci si mobilitava contro i muri imposti contro l’accoglienza dei migranti, e mentre a Roma si scendeva in piazza contro il TTIP, nel cuore del Veneto un migliaio di persone sfilavano tra i sentieri del fiume Brenta, accompagnati da striscioni con scritto “Basta escavazioni, vogliamo spiegazioni!” e “Le risorse di tutti non saranno mai la ricchezza di pochi”.

Una manifestazione annunciata da tempo, di cui la notizia non ha circolato molto al di la dei comuni limitrofi al fiume Brenta, tra Carmignano, Fontaniva e Cittadella, ma che ha fatto nascere alcuni comitati popolari più o meno agguerriti, determinati ad andare in fondo ad una questione che tormenta ciclicamente l’alveo del fiume, e che riguarda la gestione delle risorse idriche, la sicurezza idrogeologica del territorio e la speculazione legata all’escavazione della ghiaia.

In questo piccolo fazzoletto di terra, tra le provincie di Vicenza e Padova, lungo il fiume Brenta, giace un prezioso bacino idrico, dal quale si estrae la maggior parte dell’acqua potabile distribuita in Veneto.

Il letto del Brenta inoltre, è fatto di ghiaia, che da un lato permette l’infiltrazione e la purificazione delle acque in falda, dall’altro è materiale oggetto ad escavazioni selvagge perpetrate negli anni. Una di queste escavazioni, ad esempio, viene chiamata “busa de Giaretta”, dalla ditta che l’ha costituita, la quale ha scavato talmente in profondità da rompere lo strato argilloso che separa il bacino superficiale da quello sotterraneo, facendo riaffiorare l’acqua in superficie. Altri interventi hanno poi tentato di progettare una cassa di espansione, che non ha mai avuto le caratteristiche tecniche per diventarlo veramente. Poi si sono costituite le zone protette e di ripopolamento varie. Sono seguiti interventi di riqualificazione naturalistica, a servizio del turismo eco-friendly, e poi ancora bacino di raccolta di acque superficiali a ricarica della falda, fino ad oggi, in cui il progetto è quello di distruggere l’ecosistema e l’equilibrio idrologico per l’ampliamento dell’acquedotto (progetto MOSAV, Modello Strutturale degli acquedotti del Veneto e SAVEC).

Questa zona, grazie al letto di ghiaia in cui si sviluppa, costituisce uno dei più importanti bacini idrici, su cui, neanche a dirlo, Veneto Acque ha dato il via in totale silenzio, all’escavazione di nuovi pozzi per servire di acqua potabile il Veneto centrale fino al Polesine (evidentemente sono ancora poche le zone dove l’acqua è rimasta qualitativamente buona ai fini della potabilizzazione).

L’acqua è un bene comune, si sa, che non si nega a nessuno, ma quando l’emungimento dell’acqua viene effettuato provocando gravi danni alla sicurezza idrogeologica del territorio, e con seri dubbi sulla capacità di ricarica della falda, qualche malumore fa si che la gente si mobiliti.

Alcuni comitati hanno quindi iniziato a curiosare tra le carte della regione Veneto e dei comuni, e hanno scoperto che, oltre alla ditta appaltatrice per la costruzione dei pozzi (Idrabuilding) già coinvolte nelle inchieste legate al MOSE, parallelamente un’altra serie di progetti stanno per essere messi in campo: per il rifacimento di alcuni tratti dell’alveo, si è data concessione alla ditta in appalto (il Consorzio stabile Medoacqus Scarl, ugualmente coinvolta nelle inchieste di cui sopra) di estrarre un enorme quantitativo di ghiaia, pari quasi a 550 000 mq (cinque volte il Colosseo in termini di cubatura), a prezzi, si capisce, molto competitivi.

Dagli anni 50 il Brenta è stato ciclicamente martoriato da progetti di escavazione di ghiaia, per la ricchezza di pochi, e ogni generazione di cittadini che vivono questa zona ha vissuto il suo pezzo di devastazione fluviale e ambientale. E la politica è ancora quella: gestire le risorse pubbliche a mero appalto di aziende private, grazie alla svendita del territorio. Oggi sta succedendo ancora: si vogliono fare argini di ghiaia (che crolleranno alla prima brentana) per manutenere il fiume, e in cambio, si vuole depauperare l’alveo del suo letto (aumentando così la pendenza totale del fiume, inducendo maggiore potenza all’acqua e di conseguenza maggiore erosione verso valle). A tutto ciò i cittadini si stanno ribellando, e sabato sono scesi tra i sentieri del Brenta per vedere da vicino cosa succederà al proprio territorio.

Anche sindaci e alcuni rappresentati parlamentari di varie correnti politiche erano presenti alla manifestazione, con un certo stupore di almeno una parte dei presenti: cosa ci facessero dalla parte del popolo i rappresentanti delle istituzioni che hanno finora coperto e avallato questi progetti qualcuno di certo se l’è chiesto. Tutti, negli anni, hanno tentato di mettere le mani sul prezioso bacino idrico, dalla Lega all’UDC passando per il PD, in vari modi e sotto varie forme. Per questo, sabato un cartello è comparso lungo il percorso: “Attenzione: vietato l’accesso ai partecipanti alla marcia. Zona di ripopolamento politici e corrotti”.

Chi doveva intendere ha inteso!

Rosa Minguzzi

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1 Commento


  • Ernesto spessato

    1.la politica (i governi veneti dal 1970 ad oggi: da dc a forza italia a Pdl con lega,udc, cioe’ex Dc e An) è ancora quella (dunque che c’entra Pd e Moretti ???come scrivi in fondo???): gestire le risorse pubbliche a mero appalto di aziende private, …
    2.veneto acqua ha dato il via in totale silenzio…. (per fare l’accordo di programma si discutecdal 2006..ci doveva prelevare acqua del 2013. Si e iniziato con i primi lavori di progetto nel 2016……
    3. Se vuoi essere utile a qualcosa scrivi i terminivdellAccordo. I soldi prebisti e spiega se sono stati stanziati o meno. Come sono previsti i controlli di prelievo e a quali condizioni ecc. Cosi i giornali sono utili. Invece grazie alle approssimazioni vincono i ladri e i furbi, politici o non
    ..Non l’hai ancora capito ? O ti va bene così Anche a te ?
    4. Elenca i progetti del genio civile 1 e 2 sono tra cittafella e il pobtecdibfontamiva; spiega bene il perverso criterio della compensazione; pubblica i due decreti di M.Dorigo genio civ. Di Pd che assegna l’appalto e medoacus….e intervista lo chiedendo chi ha fatto il progetto idraulico Di sistemazione fluviale. Con quali finalita’ e quali strumenti ve modalita’ realizzati ve.
    5.se vuoi altre info e docum. Scrivimi. Es

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