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Lo “Sblocca Tangenti” spinge le grandi opere. Venerdi manifestazione al Ministero delle Infrastrutture

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 92 del 18 aprile 2019 è stato pubblicato il D.L. 32/2019 recante “Disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l’accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici”.

Ci risiamo, come per lo “SbloccaItalia” anche per lo “Sblocca Cantieri”, possiamo chiamarlo con il suo vero nome: “Sblocca Tangenti”.

Una liberalizzazione dell’appalto pubblico che mantiene aperta la strada a corrotti e corruttori,  alle infiltrazioni di imprese mafiose, ai  poteri arbitrari dei decisori pubblici, all’impoverimento di competenze progettuali e poteri di controllo dell’amministrazione pubblica. Accordi di collusione tra imprenditori, per cancellare qualsiasi parvenza di concorrenza; possibili infiltrazioni mafiose nei subappalti.

Precisi come un orologio svizzero!

Il nuovo codice degli appalti approvato nell’Aprile del 2016, stava entrando a regime, ma viene inserito il paletto della contro-riforma che cambia in peggio, ben 32 articoli su 220.

La natura potenzialmente criminogena s’intravede in tutta la sua portata devastante, di seguito solo alcuni dei peggioramenti:

– innalzamento a 200mila euro della soglia finora prevista per procedure negoziate e affidamenti diretti di lavori senza gara, previa “consultazione di tre operatori”;

– restaurazione del prezzo più basso per lavori fino alla soglia europea di 5,5 milioni di euro, meccanismo integrato da un astruso calcolo delle soglie di esclusione, da sempre usato dai cartelli di imprenditori che truccano le gare; 

– percentuale elevata al 50%, dei lavori subappaltati a discrezione dalla ditta vincitrice, quota del tutto liberalizzata per i consorzi di imprese;

– abolizione delle linee guida dell’Autorità Anticorruzione, sostituite da un regolamento governativo;

– reintroduzione, per i prossimi due anni, dell’appalto integrato, cioè delle gare in cui sono i costruttori la fanno da padroni, proponendo progetti definitivi ed esecutivi, che aprirà la strada al moltiplicarsi di varianti in corso d’opera e contenziosi, con la paralisi dei lavori fino a quando non verrà soddisfatto l’innalzamento dei costi; 

– eliminazione dell’albo dei direttori e dei lavori negli appalti affidati da contraenti generali, azzerando ogni qualifica per i professionisti incaricati;

– cancellazione del divieto di affidare lavori in subappalto a imprese partecipanti alla gara, di norma questa è una contropartita negli accordi preliminari per concordare le offerte;

– moltiplicazione a discrezione dell’esecutivo di figure commissariali straordinarie con poteri in deroga alla legislazione ordinaria e allo stesso codice degli appalti, un  modello criminogeno gravissimo.

Il MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) aveva pubblicato una prima cartina dell’Italia con “le grandi opere da completare” che riguardavano “solo” il centro-nord, poi sostituita con quella “grandi opere – cantieri aperti”, opere da Nord a Sud.  Un fiume di opere inutili che ci fa tornare in mente la fallimentare Legge Obiettivo (L. nº 443 del 2001) di Berlusconiana memoria.

Considerato che l’autostrada Roma-Latina è di nuovo riemersa come d’incanto nelle opere infrastrutturali da cantierizzare, i Nodi Territoriali dei Comitati NOcorridoio/NObretella, hanno deciso di organizzare un Presidio al MIT per il 28/6/19 dalle ore 15,00, autorizzato dalla Questura di Roma. Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, nonostante due nostre richieste ufficiali, non si è reso disponibile ad incontrare i Nodi dei nostri Comitati.

Inoltre, come tutti i suoi predecessori non ha aperto al dibattito pubblico, previsto dal Codice degli Appalti, utile ad informare e ascoltare le comunità interessate dal tracciato della devastante, onerosa e inutile autostrada/bretella a pedaggio. In questi giorni si sta riunendo un “Tavolo Tecnico Istituzionale”, deciso da Zingaretti e Toninelli, chiuso e blindato, che deciderà sulla nostra testa.

Per questi motivi lanciamo un appello alla massima partecipazione al Presidio per fare una breccia nel muro che ci è stato alzato dal MIT e portare le nostre proposte alternative e di buonsenso, per scongiurare la costruzione della devastante autostrada a pedaggio e per riaffermare l’urgente necessità di adeguare in sicurezza TUTTA la Via Pontina e NON una minimale e insufficiente manutenzione ordinaria.

Entrambi i mostri di cemento e asfalto dell’autostrada/bretella, non devono devastare il nostro territorio!

*Portavoce dei Nodi Territoriali del Comitato No Corridoio Roma-Latina per la Metropolitana Leggera

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