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La scelta del Partigiano Lupo

Attilio Coco, Ho una storia per te (Spartaco Edizioni, 2012, € 14,00)

Duilio, partigiano con il nome di battaglia Lupo, al compimento dell’ottantesimo anno di età decide di rivelare ad un giovane amico, scrittore, un passaggio fondamentale della sua vita in montagna, un passaggio mai rimosso i cui fantasmi tetri lo hanno accompagnato per tutta la vita: l’imboscata e l’uccisione del maresciallo del paese. Una storia cruda che si snoda sul doppio binario di una coscienza combattuta sull’etichetta da dare all’evento stesso: fu omicidio o atto di guerra?

In realtà, oltre il dubbio che, per Duilio non esiste, svelato negli anni all’interno del silenzio con il mondo e, contemporaneamente, con le urla della sua coscienza, il romanzo di Attilio Coco è un affresco garbato di un periodo con cui la nostra storia sta facendo ancora i conti. Da un lato la pervicace ostinazione di certa storiografia a voler considerare la Resistenza solo nell’ambito di una guerra di liberazione dal nazifascismo, saltando a piè pari su contesti e questioni altrettanto fondamentali ed un’altra storiografia posticcia che tende a uniformare vinti e vincitori nell’ambito di una pietas perdonista che anche a sinistra ha trovato i suoi vati (ricordiamo per memoria Luciano Violante e la sua teoria sui ragazzi di Salò).

Attraverso la vita raccontata di Duilio, dalla sua infanzia all’entrata nella clandestinità, il lettore coglie perfettamente la storia di un intero popolo che matura la sua idea di libertà all’interno dei contesti più umani, dalla famiglia, all’amicizia, alla quotidianità del paese. Ma, soprattutto, il partigiano Lupo, ci ricorda di aver sparato ed ucciso un altro italiano, il maresciallo del paese che pur alla sua comunità appartiene e ci conferma, con la sua presa di coscienza, che la Resistenza fu anche guerra civile, una guerra dove, da un lato si distinguevano le ragioni della democrazia e, dall’altro, i torti delladittatura fascista. Il partigiano Lupo, nato in epoca fascista e nutritosi solo di quelle micidiali idee  scoprirà necessariamente, quando appurerà che suo padre è un socialista, che davanti al bivio affettivo tra amore paterno e fascinazione per il duce, vince l’ideale e, ripudiando il regime sceglierà, in maniera drastica, di imbracciare il fucile, assegnando alla Resistenza la caratteristica di Lotta di classe. Le tre famose guerre delineate da Claudio Pavone nel 2006 prendono quindi corpo in questo godibile racconto cui Attilio Coco non ha, volutamente, dare topos geografico, quasi a voler significare che l’universalità delle ragioni della libertà non hanno contesto delineato da confini politici.

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