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Maccartismo sionista. Contro Latuff


Il Centro Simon Wiesenthal, noto per aver in passato dato la caccia ai criminali nazisti, ma oggi più attivo come apparato ideologico dello stato israeliano, ha pubblicato una classifica con le dieci persone ed entità considerate le più antisemite (sarebbe meglio dire antiebraiche, ndr) del mondo.
Al terzo posto della classifica figura il noto vignettista brasiliano Carlos Latuff. Il disegnatore appare nella lista insieme a organizzazioni neonaziste ungheresi, greche, ucraine e al presidente iraniano Ahmadinejad. Latuff è di origini libanesi (quindi semita a sua volta) ed è attivo nei movimenti sociali e nella solidarietà con la Palestina, spesso critico verso la politica israeliana, in particolare con quella del governo Netanyahu.
Questa “stimmate” gli è costata l’anatema del Centro Wiesenthal. Prima di lui era toccato a tantissime altre personalità della cultura progressista nel mondo, tra cui addirittura il filosofo Edgar Morin. Ma la criminalizzazione sionista di Latuf ha trovato immediate reazioni di solidarietà con il disegnatore brasiliano nel mondo della cultura latinoamericane. Il regista brasiliano Silvio Tendler ha stilato una lettera di sostegno a Latuff che ha visto l’adesione di personalità come lo scrittore uruguayano Eduardo Galeano, la giornalista argentina Stella Calloni, studiosi come Emir Sader, Anita Leocàdia Prestes. Nella lettera a Latuf viene ribadito un concetto importante e chiarificatore: antisionisti si, antisemiti mai. Una replica appropriata al maccartismo sionista che da troppo tempo sta cercando di imbavagliare la politica e la cultura all’insegna dell’appiattimento sulla politica israeliana.

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