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All’Est del Mediterraneo, crollano le nostre illusioni di occidentali

“All’Est del Mediterraneo”, un classico della letteratura araba contemporanea che scuote le menti e le coscienze dei lettori occidentali che si trovano di fronte ad un quadro doloroso, alla logica infernale della repressione, al racconto di come una dittatura può riuscire a sconfiggere un gruppo o il singolo.

E le nostre utopie di solidarietà sono messe a dura prova. Al tempo stesso ci rallegriamo delle nostre comode posizioni; pensando che fortunatamente la nostra parte di Mediterraneo sia relativamente tranquilla e sempre più privilegiata. Così le storie raccontate ci sembrano così lontane da non riguardarci direttamente e da non farci risucchiare nel loro vortice. Al tempo stesso ci illudiamo di aver una qualche comunanza con i popoli in rivolta contro gli oppressori, sicuri che le nostre società basate sul privilegio e l’ingiustizia libereranno il mondo dagli oppressori.

Tutto questo è ben descritto da Abd ar-Rahman Munif con la storia dei protagonisti, Ragiab e Anisa, rinchiusi ognuno nel proprio carcere, fatto di soprusi e torture fisiche per lui e di mura domestiche e rabbia repressa per lei. Ragiab è molto giovane per noi che viviamo a ovest del mediterraneo, trent’anni, è però un uomo maturo finito dalla tortura, dalla prigione, dalle incertezze delle proprie idee, e per il rimorso per il tradimento che è stato la conseguenza di tutto questo.

Egli é in fuga dal proprio incubo verso l’altra metà del Mediterraneo, la parte privilegiata, la nostra. Sulla nave ripercorre la sua storia che l’autore mette in relazione ai due personaggi femminili che più hanno significato nella vita del protagonista. La madre ferma e ostinata nel suo affetto e la fidanzata, che di fronte alla lunga prigionia di Ragiab, cede alle pressioni dei genitori e sposa un altro.

Poi c’è Anisa, sua sorella, che è sposata ma trascinata suo malgrado nella sua storia. Anisa è l’altra faccia della società, della parte che non si ribella, che accetta la storia travolgere ma che tiene testa e orgoglio e umiltà a questo sconvolgimento.

Gli altri personaggi fanno da sfondo ai due personaggi, due mondi della stessa umanità, ma due modi di porsi dinanzi alla storia. Fratello e sorella legati indissolubilmente dallo stesso destino,soprattutto quando nel finale Ragiab decide di tornare, ai propri affetti alle proprie responsabilità. Quest’ultimo gesto è un’estrema rivolta compiuta in condizioni difficili. Egli potrebbe trovarsi sulla sponda privilegiata del Mediteranneo e contribuire al cambiamento in altri modi, ma sa che sarebbero modi falsi e traditori soprattutto verso se stesso.

‘Abd ar-Rahman Munif nasce nel 1933 in Giordania, dal 1973 si dedica alla letteratura e per essersi opposto alla guerra Iran-Iraq conosce la prigione in Iraq e l’esilio in Francia. Nel 1992 ha vinto un importante premio letterario arabo (premio al sultan al-Uways. Muore nel 2004 in Siria.

Dal testo: “La prigione,Anisa,è nell’animo dell’uomo e io spero di non portarmela dentro ovunque andrò…” (Pag.89)
“So che niente è cambiato-scriverò-e che mi picchieranno ancora, ma io ritornerò da loro. Tornerò laggiù, dopo aver imparato qualcosa. E sapete cosa, assassini? L’odio” (pag189).

Titolo: All’est del Mediterraneo
Titolo originale: Sharq al-Mutawassit
Autore: ‘Abd ar-Rahman Munif
Traduzione: Monica Ruocco
Editore: Jouvence

* da Nena News

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